Kim Stanley Robinson
2312
(04/08/2015)

 

The year is 2312. Scientific and technological advances have opened gateways to an extraordinary future. Earth is no longer humanity's only home; new habitats have been created throughout the solar system on moons, planets, and in between. But in this year, 2312, a sequence of events will force humanity to confront its past, its present, and its future. The first event takes place on Mercury, on the city of Terminator, itself a miracle of engineering on an unprecedented scale. It is an unexpected death, but one that might have been foreseen. For Swan Er Hong, it is an event that will change her life. Swan was once a woman who designed worlds. Now she will be led into a plot to destroy them.

Ed Orbit 2012

Kim Stanley Robinson è uno scrittore estremamente valido, sia come stile di scrittura che come profondità di temi affrontati. Negli anni scorsi avevo già presentato due dei suoi lavori: Icehenge, quasi il suo romanzo di esordio, e Gli Anni del Riso e del Sale, che si pone invece al centro della sua produzione. Invito a leggere quelle mie presentazioni per avere un'idea di come io consideri questo autore.
Ho letto anche Le Tre Californie, la sua prima trilogia di cui il terzo volume non è mai stato tradotto in italiano, e la Trilogia di Marte, di cui solo il primo volume è stato tradotto.
Se ho davvero apprezzato la prima trilogia, con una specifica predilizione per il primo volume, con l'epopea della terraformazione di Marte, che ha portato Robinson alla ribalta più alta del genere fantascientifico, mi sono invece scontrato con quello che è probabilmente il difetto principale di questo autore, che ha in generale un eccellente stile di scrittura: la lentezza a volte esasperante con cui fa evolvere le sue storie. Dato il periodo in cui ho letto quei romanzi, il mio stato d'animo di allora, la necessità di leggerli in lingua originale senza l'ausilio di un dizionario on-line come con gli ereader di oggi, finito a fatica il secondo volume, non ho mai iniziato il terzo. In questi tre volumi Robinson illustra con molto dettaglio l'epopea della colonizzazione umana di Marte, il suo terraforming, lo scontro per l'indipendenza con una Terra devastata ecologicamente e socialmente e l'enorme sviluppo scientifico che ne consegue, capace di portare una vita ragionevole ad entrambi i pianeti. Il difetto principale di questa trilogia è, come avevo detto, la sua lentezza narrativa, l'eccesso di dettagli e spiegazioni che, seppure estremamente interessanti e parte della storia stessa, ne rendono faticosa la lettura.
Mi sono un po' dilungato nell'esaminare questa sua precedente opera, peraltro molto famosa, per la semplice ragione che 2312 ci assomiglia molto ed è, in parte, una visione parallela dello stesso universo, con molti aspetti comuni e non poche differenze. Diciamo una possibile evoluzione parallela guardata non più dal punto di vista di Marte, che è ormai una potenza consolidata e indipendente, ma piuttosto da tutto l'insieme di nuovi habitat umani, molti dei quali ancora in fase di terraformazione, che si espandono praticamente per tutto il sistema solare.
Prima di esaminare in dettaglio questo romanzo vorrei dire che sostanzialmente presenta gli stessi difetti della Trilogia di Marte: è lento, dispersivo, dettagliato... ma è contenuto in un singolo volume, anche se di discrete dimensioni, per cui l'ho letto con scorrevolezza e piuttosto velocemente. Indubbiamente anche io sono cambiato e ho anche più tempo per la lettura, con probabilmente una soglia di tolleranza più alta per i romanzi "noiosi", ma devo confessare che mi è piaciuto molto, pur essendo consapevole dei suoi difetti che hanno generato così tanti giudizi negativi su Goodreads (anche se molti di questi giudizi sono dovuti chiaramente ad aspetti ideologici, a convinzioni morali personali trovate violate o violentate nel romanzo).
Intanto 2312 non è un romanzo con tutti i crismi classici, perché indubbiamente ci sono dei personaggi e c'è una storia in cui questi personaggi appaiono, ma non sono loro i veri protagonisti. I protagonisti sono gli ambienti in cui i diversi personaggi agiscono, le spettacolari trasformazioni che hanno subito per essere adattati alla vita umana, e anche le adattazioni che gli umani hanno dovuto accettare per sopravvivere in quegli ambienti. Sono le straordinarie conquiste scientifiche che hanno permesso di allungare la vita umana ben oltre il secolo di vita e senza ancora un limite definito, anche grazie all'eliminazione della netta differenziazione sessuale precedente, con un mixaggio ormonale che ha aperto la strada a tutta una variabilità di sessualità e di conseguenza ad una società in cui i rapporti personali sono fortemente mutati e molto variegati. Conquiste scientifiche che sono ovviamente lontane dal reale attuale, ma molto ben fondate sulle nozioni scientifiche che sappiamo possibili. La terraformazione in modo anarchico di migliaia di asteroidi, con habitat che riproducono specifici ambienti terrestri o che ne inventano di nuovi, riprende lo scenario della Trilogia di Marte, come molti aspetti delle colonizzazioni delle lune di Saturno e di Giove, ma il loro aspetto più centrale nella storia li rende non solo più evidenti, ma anche più vivi. Poi c'è Mercurio, con la sua unica città, Terminator, sotto una cupola e su immense rotaie che percorrono l'intero pianeta, spinta a rimanere sempre nella zona crepuscolare dalla dilatazione termica delle rotaie stesse sotto la potenza calorica del Sole, che da solo vale il romanzo.
I personaggi seguiti sono anche essi molto particolari, quasi degli esempi di tutta la variabilità presente in questa civiltà spaziale, e quindi anche un poco esagerati, per essere più efficaci come esempi. La protagonista principale, Swan Er Hong, è un paradigma della possibile esuberanza nelle scelte individuali sulla gestione del proprio corpo. A parte la sua parziale bisessualità, conseguenza generalizzata degli interventi di longevità, si è fatta inserire cellule cerebrali di alcuni animali, e riesce ad essere spesso in sintonia con gli stessi, ma anche ad avere un carattere estremamente mutevole e spesso instabile, a cui contribuisce anche il rapporto con un computer quantistico, un qube, che si è fatta inserire nella scatola cranica e con cui però colloquia solo vocalmente. Altri personaggi che sono particolarmente seguiti sono il titaniano Fitz Wahram, grosso, calmo, lento, acuto, che svolge il ruolo di ambasciatore della Lega Saturniana presso i mondi interni e che finirà con fare coppia con Swan, e il "piccolo" Jean Genette, esiliato da Marte e investigatore principale per l'Associazione Mondragon, il patto che lega praticamente tutte le società spaziali, ad esclusione dei due potentati di Marte e della Terra. Questi personaggi, e pochi altri, agiscono all'interno di una storia piuttosto semplice e che ha due subplot: il principale inizia con un incidente su Mercurio, dove dei bolidi meteorici sfuggiti non si sa come alla vigilanza della difesa automatica del pianeta colpiscono le rotaie su cui scorre Terminator, impedendo alla città di continuare a sfuggire alla furia del Sole. Mentre tutti i cittadini riescono a salvarsi evacuando la città, entro la cupola tutto quello che poteva incendiarsi ad una temperatura di molte centinaia di gradi si incendia, e la città è distrutta. Swan e Fitz sono marginalmente coinvolti nell'incidente, ma devono passare molto tempo insieme nei condotti sotterranei che seguono i binari di Terminator con Swan debilitata da un eccessivo assorbimento di radiazioni solari prima di essere recuperati. Da qui inizia a nascere il loro strano rapporto. Diviene però presto chiaro che non si tratta di un incidente ma di un attacco vero e proprio, e che non è stato il primo del genere. I sospetti si concentrano su qualche gruppo di qubes programmati per poter sviluppare proprie strategie individuali al limite dell'autocoscienza, con alcuni di essi inseriti in corpi di tipo umano e quindi in grado di spostarsi individualmente. La ricerca dei responsabili e il cercare di comprendere le potenzialità e i rischi di questo sviluppo dei qubes è il tema principale del romanzo.
Il secondo subplot riguarda la Terra e il problema che rappresenta per tutta la civiltà spaziale. Colpita profondamente dagli effetti del riscaldamento globale, che ha portato all'innalzamento di molti metri del livello del mare, con devastazioni su tutte le coste continentali, la Terra ospita ora 11 miliardi di persone e ha trovato un nuovo equilibrio molto instabile. Le descrizioni di New York diventata una specie di Venezia con tutta Manhattan sommersa per diversi metri e una rete di passaggi, piazze e piazzuole costruita a diverse altezze per unire la parte degli edifici emergenti, o dell'intera Florida sommersa e dell'imponente piano di risollevamento sono alcune delle parti più belle del romanzo. Insieme alle descrizioni della criticità della vita sociale in parti come la Cina o l'Africa.
Robinson ripete qui alcuni aspetti già presenti nella Trilogia di Marte, come la sua visione della necessità di superamento del Capitalismo, pur conservandone alcuni aspetti, rappresentata in questo romanzo dalla Associazione Mondragon. La situazione della Terra è la conferma del fallimento della vecchia struttura sociale, con poche persone ai vertici con un potere straordinario che non riescono ad usare per migliorare la vita di tutti gli altri, tenuti nell'incertezza e al limite della caduta nella povertà, molto presente in tutte le nazioni. La forza economica, militare e anche semplicemente numerica degli abitanti della Terra rende però questo equilibrio instabile un pericolo per tutta la società spaziale, che incomincia ad essere vista come troppo ricca e libera, diventando il classico capro espiatorio esterno per evitare di affrontare i propri problemi. Per questo da tempo nell'Associazione Mondragon si cercava la strada per risolvere le tensioni interne terrestri e fare uscire la popolazione dalla spirale di insoddisfazione e conflitto. Come conseguenza di alcune esperienze di Swan sulla Terra, Fitz deciderà di dare inizio a qualche azione diretta, preparata da tempo ma sempre rinviata per i tanti dubbi sulla sua utilità effettiva. Questa iniziativa e il problema dei qubes indipendenti costituiscono gli snodi principali che fanno del 2312 un anno particolare da ricordare nel futuro, e quindi la giustificazione del titolo.
L'intera vicenda raccontata nel romanzo gira intorno a questi due temi che però, come ho detto prima, sono molto "leggeri", quasi una scusa per poter presentare il panorama dello sviluppo spaziale degli umani, le loro conquiste scientifiche e i loro problemi di relazione. I vari protagonisti sono seguiti nelle loro peregrinazioni nei vari sistemi ed habitat quasi solo per poter descrivere questi ambienti di vita umana e le conseguenze che questi ambienti hanno avuto sulla struttura globale dell'essere umano.
Ci sono alcuni aspetti più generali che Robinson affronta, il primo dei quali è proprio il rapporto umano che si può stabilire tra persone di genere non molto identificato, con aspettative di vita che si misura in centinaia di anni, con a disposizione capacità di modifiche del mondo materiale quasi infinite, con in aggiunta il problema dei qubes autocoscienti o quasi. Il secondo problema è la Terra e la sua incapacità a trovare la strada per evolvere verso una struttura sociale più egualitaria e più stabile... il presupposto superamento del capitalismo che è invece raggiunto nella società spaziale.
Sono temi già affrontati nella Trilogia di Marte, ma che qui trovano una visione più precisa, anche se non avendo finito di leggere la Trilogia non posso esserne sicuro.
Con questa indeterminazione sull'originalità dei temi proposti, sulla loro coincidenza o differenza da quelli presentati mel racconto dello sviluppo di Marte, posso dire che il romanzo a me è piaciuto molto, anche se, ripeto, sono molto cosciente dei suoi difetti strutturali come narrazione di una storia, dati che a volte sembra molto più un saggio storico che analizza il passato. A rendere maggiore la distanza da un romanzo classico, ed ad evidenziare che Robinson lo ha fatto volutamente, ci sono una serie di intermezzi tra un capitolo e l'altro, alcuni dei quali sono dei semplici elenchi di concetti, oggetti o fatti usati nel capitolo precedente, mentre altri sono una specie di raccolta di frasi, pezzi di articoli, semplici considerazioni che allargano la visione su alcuni fatti e ne danno una spiegazione o meglio una descrizione indiretta o anche aprono finestre su altri aspetti di quel mondo. A me ha ricordato molto lo stile usato nei capolavori di Brunner Tutti a Zanzibar e Il Gregge Alza la Testa, dove questo espediente era alla base della struttura stessa dei romanzi. Credo sia abbastanza ovvio che Robinson si sia ispirato a quei lavori che hanno avuto tanto successo.
In ogni caso non è un romanzo che può piacere a tutti, a parte gli aspetti sociologici di "confusione" sessuale e quelli politici di "superamento del capitalismo" che hanno irritato una buona parte dei lettori di SF americani di formazione conservatrice e anche un poco reazionaria. E che non siano poi tanto pochi lo dimostra la recente vicenda delle nomination per l'Hugo 2015.
Al di là delle considerazioni sull'originalità o meno, che mi porteranno probabilmente a rileggere la Trilogia di Marte, e questa volta a completarla, devo riconoscere che è un romanzo in cui la storia è minoritaria, che si sviluppa lentamente, ma che mi ha affascinato molto per la cultura sia scientifica che sociale che di cui è pieno, per le moltissime immagini splendide di una società spaziale a venire che presenta, e per il sostanziale ottimismo per le potenzialità positive della scienza che propone. Un romanzo che chi non ha paura di dover pensare, a cui piacciono le analisi accurate dei problemi reali e non si accontenta di avventure spaziali con soluzioni fantasmagoriche e sostanzialmente di fantasia, deve assolutamente leggere.
A parte la necessità di saper leggere l'inglese, perché penso che una traduzione italiana sarà molto difficile venga mai fatta (e sarei felice di sbagliarmi).

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