Anthony Ryan

L'Ombra del Corvo
Il Canto del Sangue
Il Signore della Torre

Ed. Fanucci - 2013 (Blood Song - 2013)
Ed. Fanucci - 2014 (Tower Lord - 2014)

 

 

Pochi mesi dopo la morte della madre, l'undicenne Vaelin Al Sorna viene portato da suo padre alla Casa del Sesto Ordine, una confraternita di guerrieri devoti alla Fede, che diventerà la sua nuova famiglia. Sulle prime il ragazzo si sente tradito dal proprio genitore, ma la sua tempra forte lo aiuta ad affrontare l'addestramento severo e le terribili prove a cui tutti i membri dell'Ordine vengono sottoposti. Ma per Vaelin e i suoi fratelli, diventati temibili guerrieri, il futuro ha in serbo molte battaglie in un Regno dilaniato da dissidi e il cui sovrano nutre mire di espansione. E tra segreti e complotti, il giovane dovrà fare i conti con la sua voce interiore, un canto misterioso che lo guida, lo avverte del pericolo, lo rende immune alla fatica, sensibile alle voci della foresta. Il canto è un dono del Buio, può ardere o spegnersi, non proviene da nessuna parte e non può essere insegnato: solo occorre affinarne il controllo, esercitarlo, perfezionarlo. Il canto è Vaelin stesso, il suo bisogno, la sua caccia. E presto gli rivelerà che la verità può tagliare più a fondo di ogni spada.

 

Dopo anni di prigionia nell’Impero Alpirano, Vaelin Al Sorna è tornato nel Regno. Non è più il guerriero al servizio della Fede che era un tempo: ha deciso di abbandonare l’Ordine cui apparteneva e ora la sua spada è avvolta in un fagotto di tela, per non essere più usata.Ma anche il Regno è cambiato: sul trono che fu del cospiratore e guerrafondaio Janus, ora siede suo figlio Malcius, intenzionato a costruire palazzi, strade e ponti, e anche più tollerante verso i diversi orientamenti religiosi; nel frattempo sua sorella, la principessa Lyrna, sta andando a stipulare una pace con i selvaggi Lonak.Il re nomina Vaelin Signore della Torre delle Lande Settentrionali e lo invia a nord per governare quelle terre. Ma nel frattempo una nuova minaccia sta sorgendo, un’invasione pianificata da lungo tempo da una forza al di là dell’oceano, intenzionata a spazzar via il Regno. E per fronteggiarla, Vaelin, guidato dal canto del sangue, il dono magico che gli scorre nelle vene, sarà costretto dopo molto tempo a rimettere mano alla spada. Dopo il Canto del sangue, Anthony Ryan conferma il suo grande talento narrativo con il secondo capitolo del ciclo L’Ombra del Corvo.

Primi due volumi di una nuova trilogia fantasy, che dovrebbe vedere la conclusione nel corso del 2015, di un autore esordiente che ha autopubblicato il primo capitolo di questa trilogia. Il successo ottenuto ha spinto la Penguin Books a fargli un contratto per tutti i tre volumi.
Non so se è per questa ragione, ma lo stile narrativo dei due volumi apparsi al momento è estremamente diverso.
Il primo è scritto come il racconto della propria vita che Vaelin Al Sorna fa al cronista dell'Impero Alpiriano, Lord Verniers, durante il viaggio di accompagnamento verso quello che dovrebbe essere l'ultimo duello della sua vita, dopo anni di prigionia nelle segrete dell'Impero stesso.
Vaelin cerca di spiegare al suo accompagnatore, che ha un enorme rancore nei suoi confronti, le ragioni che lo hanno guidato ad essere quello che è e che è stato.
Un romanzo che ha la stessa struttura narrativa, con tutte le differenze di ambientazione e di storia, de Il Nome del Vento di Rothfuss, e ne ha anche lo stesso stile narrativo scorrevole ed evocativo, molto coinvolgente emotivamente che rende il personaggio narrante, e che è anche praticamente l'unico Punto di Vista a parte il piccolo controaltare del cronista, il preferito scontatissimo per tutti i lettori. Anche in questo caso, sempre con le dovute differenze, si vede attraverso quali passi, quali eventi, quali esagerazioni e stravolgimenti dei fatti stessi nasce la leggenda di un eroe, e anche l'eroe stesso. Le similitudini strutturali tra i due romanzi sono davvero tante, ma quella che domina su tutte è davvero la scorrevolezza della narrazione e lo stile coinvolgente, e questo non è un difetto.
Nel secondo volume Ryan usa invece la struttura "classica" del fantasy moderno, cioè del "dopo George R. R. Martin": un numero di Punti di Vista piuttosto numeroso che si alternano da capitolo a capitolo, senza confusioni e con una descrizione della vicenda ad ampio respiro. L'abbandono del racconto personale fa perdere parte dell'emotività della narrazione, ma ne guadagna sicuramente in complessità e completezza. Il poter spaziare su diversi punti di vista la rende molto più ricca, anche se richiede molta più attenzione da parte dell'autore nel tenere tutto sotto controllo. Ryan si dimostra al momento all'altezza del compito, e conserva buona parte della scorrevolezza di linguaggio con la capacità di rendere emotivamente completi anche i nuovi personaggi di cui segue direttamente i pensieri e le emozioni. In questo secondo romanzo, dato l'aspetto corale della narrazione, Vaelin Al Sorna perde l'assoluta centralità che aveva nel primo romanzo ma conserva quasi completamente l'aura di invincibilità, di superiorità morale e fisica, che lo aveva accompagnato nel primo capitolo della storia. Questo è un aspetto che ha dato fastidio a molti lettori, ed è indubbiamente un elemento che richiede un grosso sforzo di "sospensione dell'incredulità", ma nel Fantasy si è trovato anche di molto peggio per cui nella mia valutazione complessiva è un peccato che pesa poco.
Per dare un giudizio meditato su questa prima opera di Anthony Ryan bisognerà aspettare la conclusione della trilogia, ma già da ora ne posso raccomandare la lettura.

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