James P. Hogan

Lo Scheletro Impossibile

ed. Urania 1978 (Inherit the Stars - 1977)

Una tuta rossa d'astronauta con dentro uno scheletro umano. Non sarebbe poi una scoperta così sensazionale, perchè sulla Luna c'è una grossa base spaziale, con decine di scienziati che vanno, vengono, esplorano, frugano, e che possono avere incidenti. Ma questa volta non si segnala nessun incidente, nessun uomo è mancante. E la tuta è di un materiale ignoto, contiene strumenti mai visti e un giornale di bordo scritto in un alfabeto indecifrabile. Un extraterrestre, allora? Attorno all'enigma di "Charlie", come viene battezzato lo scheletro, si scatena un'appassionante controversia internazionale dove tutti i rami della scienza, dalla paleontologia alla chimica, dalla crittografia alla fisica, sono coinvolti. Ogni teoria, ogni soluzione, appare plausibile e valida finchè non viene drammaticamente smentita dalla successiva. Ma tutte concordano su un punto: lo scheletro di Charlie è un'assoluta impossibilità. "Fantascienza pura", così Isaac Asimov ha definito questo romanzo in cui, una volta tanto, l'accento principale cade sui fatti, le idee, la possibilità e gli uomini della scienza d'oggi.

Un consiglio di lettura piuttosto particolare, quello di questo mese. Un amico mi aveva chiesto di trovargli questo vecchio volumetto di Urania che lui aveva letto tanti anni fa e si ricordava con molto piacere. Io invece, per ragioni che ho esposto varie volte, ho sempre frequentato poco Urania. Mi sono comunque messo in caccia e non solo ho trovato questo Lo Scheletro Impossibile (Urania 739) ma anche due suoi seguiti: Chi c'era Prima di Noi (Urania 765) e La Stella dei Giganti (Urania 931). Ho poi scoperto che Hogan, morto nel 2010, aveva scritto altri due romanzi di questa serie mai tradotti in italiano: Entoverse e Mission to Minerva, che mi sono subito procurato.
Perchè consiglio la lettura di questi romanzi? In realtà consiglio solo la lettura dei tre Urania, perchè i due successivi rappresentano una decisa discontinuità tematica in parallelo con l'evoluzione di
Hogan verso credenze complottiste e storicamente poco difendibili.
Li consiglio perchè a me sono apparsi come una versione moderna, e quindi più accettabile agli occhi di persone scientificamente un poco (ma non troppo) più acculturate, della SF degli anni d'oro, quella delle scoperte mirabolanti, dell'intero universo che si apre all'improvviso con tutte le sue meraviglie. In realtà il discorso è inizialmente meno immaginifico e molto più razionale, con il predominio dell'indagine scientifica alla ricerca della spiegazione di un fatto sperimentale che risulta a prima vista assurdo. Questo è l'aspetto di gran lunga più positivo del primo romanzo, che tende poi a sparire nei suoi seguiti in cui predomina invece l'estrapolazione anche esagerata e l'intrigo politico che tende a guidare la giustificazione di una fantasiosa visione dell'evoluzione umana. Al di là però delle tante esagerazioni che sono un aspetto tipico della fantascienza dell'età dell'oro, e che è anche piacevole ritrovare in questa loro rivisitazione moderna, quello che mi ha colpito di un romanzo di solo circa 30 anni fa è il suo pensiero positivo, la sua visione ottimistica del futuro guidato dalla scienza, che non può che portare benefici all'umanità tutta, nonostante i problemi che una società complessa e litigiosa può continuamente proporre. E' una visione positiva della scienza, e del suo ruolo sociale, che ha guidato buona parte del secolo scorso, che ha incominciato a traballare proprio negli anni in cui questi romanzi vedevano la luce e che ormai non esiste più oggi, in cui predominano invece le paure dello sviluppo scientifico, e si cerca sollievo emotivo in un ritorno all'antico, al semplice. In una spirale perversa in cui la sovrapopolazione e il rigetto della scienza possono solo portare ad un continuo deterioramento della qualità della vita. Fino a che qualche limite verrà superato e un nuovo conflitto mondiale sarà inevitabile.
Ogni tanto è piacevole ritrovare quel senso positivo, e stupirsi di come sia facile cambiare atteggiamento.
Questa volta della trama non dico niente, perchè tutto sommato non è il suo punto di forza, anche se è meno banale di quanto si potrebbe pensare, inquadrata dal giusto punto di vista.

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