Sam J. Miller

La Città dell'Orca

Ed. Zona 42 2019 (Blackfish City 2018)

 

 

Qaanaaq è una straordinaria città galleggiante nell'oceano atlantico, una meraviglia tecnologica dotata di riscaldamento geotermico e intelligenze artificiali: l'ultimo baluardo di civiltà in un mondo devastato dalle guerre climatiche. Gli abitanti di Qaanaaq si sono adattati a un nuovo modo di vivere complesso ma sostenibile. Qualcosa però sta iniziando a sgretolarsi: crimine e corruzione sono in crescita, l'incredibile ricchezza dei fondatori, in contrasto con la povertà estrema degli ultimi arrivati, sta fomentando divisioni e generando disordini, e una malattia sconosciuta sta decimando la popolazione. L'equilibrio è pronto a spezzarsi quando l'arrivo di una donna accompagnata da un'orca assassina, con un orso polare incatenato al suo fianco, attira l'attenzione di tutta Qaanaaq. Le voci sull'orcamante si propagano come un incendio tra gli abitanti. Fill, Ankit, Soq e Kaev vedranno la loro vita travolta dalla sua presenza.
Saranno costretti a fare i conti con il passato per tentare di cambiare la storia di Qaanaaq prima che la città si spezzi sotto il peso del suo stesso deterioramento.

Blackfish City è stato finalista al Locus Award 2019 e al Nebula 2019, per cui è caduto molto presto sotto i miei occhi, ma la presentazione non mi aveva entusiasmato, e la lista di letture potenziali è davvero molto lunga, per cui l'ho trascurato.
Poi però una piccola ma molto intraprendente Casa Editrice, Zona 42, ne ha pubblicato molto recentemente una edizione italiana, e quindi ho superato le mie remore e ho deciso di leggerlo (in italiano leggo sicuramente con più facilità).
E devo riconoscere che ho fatto davvero bene.
Non è un romanzo facile da leggere, perché l'ambientazione è decisamente "strana", pur essendo una situazione del nostro futuro prossimo, e la narrazione non dà molte informazioni, che devono essere raccolte dalle vicende dei personaggi principali, nella tradizione della narrazione moderna.
Inizialmente si fa anche un po' di fatica a capire i diversi presonaggi, e quindi anche il loro contorno, perché sono presentati ognuno per conto suo e in piena azione, quindi difficoltà a capirne i rapporti e anche a decifrare l'ambiente comune in cui vivono.
Poi però, ma abbastanza avanti nel romanzo, diventa tutto chiaro e la storia assume una struttura definitiva. E il romanzo diventa uno splendido romanzo. Bisogna avere un po' di pazienza.
È una storia di post-catastrofe, anche se la catastrofe non è mai descritta, e se ne vedono solo alcune conseguenze, con piccoli flash su particolari del passato, ma la sensazione concreta che si ricava dalla realtà di vita di diverse persone è sufficiente a far capire molto di quello che è successo. E forse non esiste nemmeno una vera catastrofe, ma solo il collasso di un sistema che era diventato insostenibile, collasso causato e gestito, come sempre, dagli egoismi di piccoli gruppi con enormi poteri. Il risultato è una società molto particolare, con tecnologie avanzate e rapporti umani e sociali decisamente ritornati quelli del passato.
Alla fine a mettere in crisi completamente quel mondo è una tecnologia sviluppata per altre ragioni, e non del tutto confessabili, accompagnata a delle pulsioni umane molto naturali nella nostra specie.
È un romanzo dichiaratamente a tema, come confessa l'autore nella postfazione, e come tale ha delle ingenuità piuttosto evidenti nella gestione della macroeconomia sociale, ma mi sembra invece ben costruito nella psicologia dei personaggi principali, anche se pecca un po' di eccesso di "politically correct", ma davvero solo un poco, anche se si nota.
Un romanzo che senza l'edizione italiana mi sarebbe probabilmente sfuggito, e sono invece estremamente contento di aver letto.

 

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