Seanan McGuire

Middlegame

Ed. Mondadori 2020 (Middlegame 2019)

 

 

Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell’universo.
Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica.
I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto… non ancora.
E poi c’è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro “padre”. Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé.

Diventare “dei in Terra” è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.

Non pensavo di leggere questo romanzo, perché ero sicuro non mi potesse piacere, data la presentazione.
Però mi sbagliavo e sono stato contento di aver ceduto ad una curiosità per le tante critiche positive ed averlo letto (grazie alla veloce disponibilità di una edizione italiana, perché molto probabilmente in inglese non l'avrei fatto).
La presentazione, che non mi era piaciuta, non è una falsa presentazione, la storia è proprio quella, con l'assurda separazione tra gestione del "linguaggio" e gestione della "matematica" che i due gemelli costruiti alchemicamente sono in grado di fare.
E non è che nello svolgimento del romanzo questa assurdità diventi meno assurda, anzi, si arrotola molto in capacità sovrannaturali che con il semplice linguaggio e la matematica che conosciamo non hanno niente a che fare...
Ma qui interviene la capacità narrativa dell'autrice, che rende questa assurdità del tutto accettabile nell'ambito di questa storia, una Urban Fantasy molto fantasy, con poteri definiti alchemici ma che sono del tutto magici. La "sospensione dell'incredulità", che è molto spesso alla base della godibilità di romanzi fantasy o di fantascienza, è qui fortemente al lavoro, grazie alla narrazione gradevole e scorrevole, alla bella rappresentazione dei due personaggi principali, che si conquistano subito la simpatia del lettore disposto quindi a passare facilmente sopra alle tantissime illogicità che si incontrano. In questa storia i buoni sono evidentemente buoni, anche se non lo sanno, e i cattivi sono indubbiamente cattivi, e lo sanno... una storia che dal punto di vista emotivo non pone molte sorprese, ma che scorre liscia e gradevole.
Mi sono tenuto lontano dall'Urban Fantasy per moltissimi anni, ma di recente mi capita fin troppo spesso di leggere opere gradevoli che fanno parte di questo sottogenere, e Middlegame è uno di questi.
Gradevole, non di più... ma è già tanto al giorno d'oggi...

 

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