Cecilia Randall

Hyperversum

ed. Giunti 2006

Daniel ha una passione bruciante per un videogioco online, ''Hyperversum'', che trasporta la sua fantasia nella storia. Dentro la realtà virtuale ha imparato a essre un perfetto uomo del Medioevo e conosce tutte le astuzie per superare ogni livello di gioco. Una sera, Daniel gioca con alcuni amici, e mentre vivono tutti insieme la loro avventura virtuale nel Medioevo, vengono sorpresi da una tempesta che li tramortisce: i ragazzi si ritrovano così in Fiandra, nel bel mezzo della guerra che vede contrapposte Francia e Inghilterra. Si apre quindi per loro una nuova vita, nuove strade, un nuovo amore...

Quando l'avevo visto in libreria per la prima volta, due anni fa, non l'avevo proprio preso in considerazione per l'acquisto. Un editore che non ha mai pubblicato niente di Fantasy nè di Fantascienza, una trama che parte da un gioco di ruolo, elemento che da solo rappresenta per me la causa di un rigetto violento, una presentazione, che potete leggere sopra, carente e del tutto incapace di invogliare alla lettura.
Poi, qualche settimana fa trovo in libreria un volume di colore diverso, con la stessa scritta Hyperversum, ed un sottotitolo Il Cavaliere del Tempo. Lo sfoglio un poco e scopro che si tratta del terzo episodio di questa serie. Il secondo mi era completamente sfuggito, probabilmente perchè la copertina è cromaticamente e graficamente più simile a quella del primo volume, per cui non mi devo essere accorto della differenza.
Incuriosito dal fatto che si sia potuto arrivare al terzo volume, ho indagato più approfonditamente, scoprendo che Cecilia Randall è in realtà Cecilia Randazzo, italianissima, cosa di cui avrei potuto accorgermi facilmente dal fatto che non figura un titolo originale nè un traduttore. Hyperversum è di fatto il suo primo romanzo, anche se è attiva nel settore della grafica e dell'informatica. La scelta di Giunti è molto probabilmente dovuta a conoscenze personali, che non fanno mai male, anche se rappresentano sempre dei colpi di fortuna, e forse al fatto che può anche essere considerato un romanzo per ragazzi, nonostante non lo sia esplicitamente, e Giunti è in effetti anche un editore specialista per la letteratura giovanile.
Incuriosito dalla lettura a caso di qualche pagina, ed invogliato anche dalla disponibilità di una bella edizione in formato ridotto, rilegata e stampata su carta di una certa qualità, ad un costo inferiore a molti volumetti in brossura di altri editori, ho acquistato questo capitolo iniziale della storia. Un capitolo piuttosto polposetto di circa 800 pagine.
Dopo averlo letto devo riconoscere che non mi sono sbagliato. E' un racconto scritto estremamente bene, da scrittore professionista, e non da esordiente. L'origine dal gioco di ruolo è solo un espediente per una traslazione di epoca, ma svolge anche un minimo ruolo di connessione e di giustificazione di vari aspetti della vicenda, e non è dominante.
Non si tratta ovviamente di un capolavoro, ma è molto più curato nei dettagli di tanti romanzi di autori più acclamati, con una storia ben articolata, anche se piuttosto semplice nella sua struttura. I personaggi principali sono molto ben delineati e hanno una personalità evidente, non sono solo stereotipi di un gioco di ruolo. Il finale è ovviamente aperto ad un seguito, che sappiamo esserci stato, anche se non l'ho ancora letto.
Un aspetto positivo che voglio sottolineare è l'accuratezza dell'ambientazione storica. Mi sono interessato molto al medioevo, per ragioni diverse dalla SF, e devo riconoscere che la Randall ha descritto la realtà dell'epoca con molta verosimiglianza curando anche i dettagli. Ci si dovrebbe però chiedere come mai, ogni volta che una storia viene ambientata nel medioevo, lo è quasi esclusivamente in ambiente nobile, mentre poco o niente si riesce a sapere della vita di tutti i giorni della gran parte della popolazione. E anche questo romanzo ubbidisce alla stessa regola.
Una parziale risposta potrebbe essere che conosciamo i dettagli della vita quotidiana solo per la nobiltà, o per i ceti sociali molto vicini ad essa, mentre la vita del popolo minuto, anche se rappresenta la gran parte della popolazione, sfugge sistematicamente alle cronache del tempo, e quindi si può quasi solo inferire da dati indiretti. Ma una spiegazione ulteriore sta probabilmente nel fatto che la vita normale dell'epoca era assolutamente priva di aspetti interessanti, che non fossero preghiere, disgrazie e vita grama. Solo la vita delle corti nobiliari offriva qualche variazione, qualche aspetto fuori del normale da giustificare un racconto.
In conclusione, devo dire che questa opera è stata una sorpresa positiva, che cercherò di confermare con la lettura dei due romanzi successivi. Ma già a questo livello mi sento di raccomandarlo senza esitazioni.

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