N. K. Jemesin

The Fifth Season

Ed. Orbit 2015

 

THIS IS THE WAY THE WORLD ENDS. FOR THE LAST TIME.
A season of endings has begun.
It starts with the great red rift across the heart of the world's sole continent, spewing ash that blots out the sun.
It starts with death, with a murdered son and a missing daughter.
It starts with betrayal, and long dormant wounds rising up to fester.
This is the Stillness, a land long familiar with catastrophe, where the power of the earth is wielded as a weapon. And where there is no mercy.

Di questa scrittrice avevo letto solo La Luna che Uccide, e non mi era piaciuto molto, nonostante lo stile raffinato e scorrevole, per cui non ho letto il seguito e nemmeno la trilogia Inheritance che era stata il suo esordio. Però poi questo The Fifth Season, primo capitolo della trilogia The Broken Earth, ha vinto il Premio Hugo nel 2016, ma nemmeno questo successo mi ha convinto a leggerlo, perché quella premiazione è stata molto travagliata e perseguitata da posizioni ideologiche che l'hanno resa poco credibile. L'anno successivo, nel 2017, il secondo capitolo della trilogia, The Obelisk Gate, ha rivinto nuovamente il Premio Hugo, e a questo punto la necessità di leggere questi romanzi per capire se davvero la Jemesin avesse fatto un deciso salto di qualità è diventata irresistibile.
Quello che è sicuramente cambiato in meglio è stata la capacità di inventare un'ambientazione davvero originale, costruendo un Fantasy senza i normali e stucchevoli stereotopi alla Tolkien, e con diverse note di assoluta novità. Rispetto allo pseudo-Egitto de La Luna che Uccide è indubbiamente un salto di qualità davvero notevole. Poi viene la storia, di cui siamo solo all'inizio e quindi non si possono dare giudizi definitivi, ma che si presenta decisamente più solida di quella precedente perlomeno per la parte che ho letto, e con sfacettature maggiori, che spero abbiano modo di svilupparsi nel seguito.
Un mondo geologicamente del tutto instabile, con la zolla continentale principale completamente frantumata e praticamente in perenne movimento nelle sue varie parti, con terremoti che si propagano attraverso le faglie instabili, con mari impraticabili per i frequenti tsunami e le isole generalmente di vita breve per l'attività vulcanica di profondità. In questa realtà vive un'umanità che ha attraversato un gran numero di periodi di sviluppo seguiti inesorabilmente da distruzioni quasi totali. Le "Stagioni" cui si riferisce il titolo del romanzo sono appunto i periodi storicamente conosciuti in cui qualche violenta attività sismica e/o vulcanica ha causato una forte emissione di gas e polvere in atmosfera con riduzione della radiazione solare e violento danno alla civiltà umana, facendola ripartire praticamente dall'inizio, e questo solo grazie alla capacità sviluppata nel tempo di chiusura in enclavi autosufficienti e maggiormente protette, con lunghi periodi di fame e condizioni di vita insopportabili. Ma i lunghi periodi di tranquillità e di sviluppo tra una Stagione e l'altra sono dovuti anche alla presenza di individui, gli orogen (non traduco questa parola perché non esiste un diretto corrispondente italiano ed un eventuale traduttore potrebbe poi fare scelte diverse), con capacità particolari, quasi magiche, di "capire" e influenzare tutte le attività tettoniche assorbendo l'energia necessaria da qualunque movimento, da qualunque fonte di energia cinetica, anche quella umana con conseguenze ovviamente mortali. Nonostante le loro capacità, o meglio proprio per quelle, queste persone, le cui doti sono sostanzialmente ereditarie, ma possono presentarsi anche casualmente, sono molto temute dalla popolazione normale, e assogettate quasi a livello di schiavi al volere delle autorità civili tramite il controllo di guardiani che hanno la capacità di annullare il loro potere.
La storia di questo primo volume è concentrata sulle vicende di tre donne: una bambina in cui viene scoperta la capacità orogena, assogettata da un guardiano e portata nella struttura dedicata all'addestramento di quelli come lei, una giovane adulta con le sue potenzialità ben sviluppate e comandata ad una azione con l'assistenza di un orogene al massimo livello di potere, con l'obbligo di fare un figlio con lui, ed infine una orogene clandestina, libera dal controllo dei guardiani, che viene però scoperta per la manifestazione del potere in uno dei suoi figli, di cui inizia la ricerca proprio quando avviene il più violento sconvolgimento tellurico, probabilmente la Quinta Stagione prevista estremamente lunga e molto pericolosa per l'intera umanità.
Non credo sia un grosso spoiling il rivelare che si tratta sempre della stessa persona in tre diversi momenti della sua vita.
La struttura del romanzo è davvero molto salda, con l'ambientazione ad avere il ruolo più evidente, ma con i personaggi principali che svolgono bene la loro parte, anche se qualche difetto si può cogliere nella loro rappresentazione, qualche eccesso nel voler presentare delle debolezze dei personaggi stessi.
Siamo al primo capitolo di una trilogia, e quindi che molte cose non siano ancora chiare ci può stare, anche se forse gli aspetti non chiariti sono un po' troppi. L'attenzione sull'arrivo della Quinta Stagione è ben rappresentata, attraverso le vicissitudini dei vari personaggi, e rappresenta una buona conclusione del volume, anche se troppi misteri aspettano di essere chiariti, tra cui la vera portata del potere degli orogeni, che qualche volta sembra davvero senza limiti, e altre volte sembra poca cosa.
Tutto sommato un romanzo molto ben costruito, non certo perfetto, ma decisamente superiore ai precedenti di questa autrice, che in ogni caso anche qui dimostra di possedere una prosa estremamente scorrevole e, in certi momenti, molto evocativa.
Il premio Hugo dipende sempre dal confronto con i concorrenti, e in quell'anno i problemi sono stati tanti, per cui credo sia un premio meritato, anche se non parliamo certo di un capolavoro.

 

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