Kameron Hurley

The Light Brigade

Ed. Gallery/Saga Press 2019

 

 

They said the war would turn us into light. I wanted to be counted among the heroes who gave us this better world.
The Light Brigade: it’s what soldiers fighting the war against Mars call the ones who come back…different. Grunts in the corporate corps get busted down into light to travel to and from interplanetary battlefronts. Everyone is changed by what the corps must do in order to break them down into light. Those who survive learn to stick to the mission brief—no matter what actually happens during combat. Dietz, a fresh recruit in the infantry, begins to experience combat drops that don’t sync up with the platoon’s. And Dietz’s bad drops tell a story of the war that’s not at all what the corporate brass want the soldiers to think is going on. Is Dietz really experiencing the war differently, or is it combat madness? Trying to untangle memory from mission brief and survive with sanity intact, Dietz is ready to become a hero—or maybe a villain; in war it’s hard to tell the difference.

Della Hurley avevo inizialmente letto Il Destino della Legione (Stars are Legion), unica sua opera tradotta al momento in italiano, con un giudizio un po' in bilico: splendida ambientazione ma una storia non proprio all'altezza. Ho allora letto God's War, il suo primo romanzo in assoluto e inizio della trilogia Bel Dame Apocrypha, opera che aveva ricevuto diversi premi e che mi è piaciuto decisamente di più. Sempre un'ambientazione splendida ma personaggi estremamente più solidi e una trama concreta.
Ora sto cercando di leggere i finalisti all'Hugo 2020, per cui è toccato a questo The Light Brigate (al momento in cui scrivo queste note il vincitore del premio non c'è ancora, mentre quando la nota sarà pubblica, dato che scrivo in largo anticipo, probabilmente il risultato sarà noto).
Qui non siamo su mondi strani, con strane leggi di funzionamento, ma semplicemente sulla nostra Terra fra poche decine di anni da ora.
L'inizio sembra quello di Starship Troopers, con troppe analogie per non essere chiaramente voluto, e anche il tipo di società umana che viene descritto ha molto in comune con il romanzo di Heinlein, forse anche troppo. Però qui non siamo in guerra contro degli alieni ostili, degli orribili aracnidi, ma semplicemente contro gli eredi dei primi coloni umani su Marte. Forse però non è proprio così.
Il romanzo è particolarmente apprezzabile per la tematica antimilitarista mostrata attraverso la dimostrazione delle reali motivazioni delle guerre, di ogni guerra, ma pecca un poco nello sviluppo della trama, che risulta non sempre chiara. Di fatto esiste un solo personaggio di cui conta qualcosa, che racconta tutto in prima persona, e che subisce le strane conseguenze della tecnica di trasporto a distanza che rende questa guerra possibile. Una specie di teletrasporto alla Star Trek, in cui il corpo viene destrutturato, la sua informazione dettagliata trasmessa alla velocità della luce, e ricostruito nel punto di arrivo. Non sempre in modo corretto, e qualche volta con altre conseguenze.
Questo è sostanzialmente il romanzo, perché poi il resto, cioè quello che succede al personaggio principale, e al mondo intero, non è particolarmente originale. La predominanza della tesi che si vuole sostenere sulla storia che si vuole raccontare mi sembra eccessiva.
Anche qui c'è predominanza di personaggi femminili, che spesso si comportano come si comporterebbero dei maschi, anche quando la differenza di sesso renderebbe la cosa molto più difficile per una donna. Nessuna atleta di sesso femminile è in grado di avere le stesse prestazioni di un suo equivalente maschile, e se sicuramente ci sono donne in grado di combattere con violenza e capacità, non sarebbero mai meglio di equivalenti maschi, per cui è ragionevole avere eserciti misti, ma con predominanza di donne, e anche di età da adolescente, senza dare alcuna ragione che lo giustifichi, è solo un evidente aspetto inserito di proposito, per ragioni che non riesco completamente a capire, perché non faccio parte del gruppo delle nuove ed acclamate scrittrici. Anche qui ci sono rapporti omosessuali, ma che non spiccano particolarmente in un ambiente di rapporti sostanzialmente promiscui.
La mia opinio
ne conclusiva è che si tratti di un romanzo che vale la pena di leggere, ma che non rappresenti niente di particolarmente significativo nel genere, e forse anche un passo indietro rispetto ad altre opere dell'autrice.

 

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