Roger Zelazny

Io, Nomikos l'Immortale

ed. Nord 1981 (This Immortal- 1966)

"...... e chiamatemi Conrad!" e' la secca risposta che Conrad Nomikos da' a chiunque voglia indagare sull'enigma del suo passato oscuro e misterioso. Tuttavia l'unica cosa che si sa con certezza sul suo conto e' forse proprio questa: che il suo vero nome non e' Conrad. Chi egli sia in realta' e' una domanda cui e' impossibile rispondere. Secondo alcuni egli ha avuto un tempo un nome diverso, quello del liberatore della Terra, l'uomo che ha combattuto contro l'impero stellare di Vega conquistando l'indipendenza del nostro mondo; secondo altri egli e' invece Karaghiosis l'assassino; l'ipotesi piu' ardita e' che si tratti di un essere vecchio quanto la storia della Terra, forse del mitico e temuto dio Pan! Per il momento Conrad deve fare da guida a un inviato del pianeta Vega, Cort Myshtigo, e condurlo a visitare le bellezze della Grecia antica e dell'antico Egitto rimaste ancora intatte dopo la breve guerra atomica che ha popolato di crateri radioattivi e di mostri mutanti il nostro pianeta.
Ma i fini dell'ambasciatore vegano in realta' sono ben diversi da quelli dichiarati: da questa visita dipende il futuro stesso dei terrestri e la posizione che la Terra avra' tra i pianeti della Galassia. e il ruolo di Conrad Nomikos sara' molto piu' importante di quello di semplice accompagnatore.

In questo periodo di vuoto assoluto per le pubblicazioni di fantascienza in Italia, sommersi come siamo da centinaia di volumi di Fantasy che sono quasi sempre la riproposizione perenne delle solite due idee, riciclate in serie infinite in cui cambiano a malapena, e nemmeno sempre, i nomi dei personaggi, non mi rimane che rivolgermi al passato per trovare dei romanzi che vale veramente la pena di leggere e che posso raccomandare in piena coscienza.
Roger Zelazny e' stato uno dei maggiori innovatori della Fantascienza negli anni '60, esponente americano della "New Wave" nata in Inghilterra e che si proponeva la "scoperta" dello "spazio interno" in contrapposizione con lo "spazio esterno", cioe' lo spazio vero e proprio, tipico argomento della fantascienza precedente. Zelazny e' di formazione letteraria, e i suoi temi principali sono una rivisitazione dei miti classici, di cui ha ovviamente completa padronanza. Cosi' come ha padronanza del linguaggio, che usa in modo estremamente evocativo.
Questo romanzo e' uno dei suoi migliori, e forse quello che mi ha lasciato un ricordo piu' profondo, per cui l'ho scelto per questo "consiglio del mese". E' in realta' una estensione di un racconto lungo, o "novelette", dal titolo
"...and call me Conrad" che ha ricevuto il premio Hugo nel 1966. La sua prima pubblicazione in Italia e' del 1971 nella gloriosa collana Galassia. Pur possedendo quella edizione, ho preferito presentare la copertina e le indicazioni bibliografiche della successiva edizione Nord del 1981 che forse e' ancora trovabile nel mercato dell'usato.
Come ho detto, Zelazny, insieme a Delany e a Ellison, ha cambiato profondamente la direzione dell'analisi fantascientifica a partire dagli anni '60, aprendo la strada ad autori che faranno la storia della fantascienza moderna, pur considerando che negli stessi anni stava scrivendo Philip Dick, che pero' verra' osannato solo in tempi piu' moderni, e che io, che lo leggevo allora, non sono mai riuscito ad apprezzare completamente.
La "specialita' " di Zelazny e' stata sicuramente la reinterpretazione in chiave fantascientifica dei miti classici, che in questo caso particolare si presenta come una unione di diversi miti greci con il dio Pan come base, ma e' sopratutto la sua capacita' di evocare emozioni profonde con il sapiente uso del linguaggio ad averlo reso famoso. Questa sua capacita' e' l'aspetto che me lo ha reso cosi' gradito, in un periodo in cui la qualita' letteraria non era certo un punto di forza della fantascienza. Zelazny non e' certo stato un innovatore sul piano dei contenuti, pur avendo costruito le sue storie intorno a concetti non banali, ma e' stato sicuramente un innovatore nella forma, che ha portato a livello del normale mainstream narrativo.
Io, Nomikos l'Immortale puo' addirittura sembrare un romanzo di azione, per il ritmo e la quantita' degli avvenimenti che si succedono, e ha anche una certa sorpresa nel finale, per cui merita sicuramente di essere considerato un romanzo completo, nonostante la dimensione ridotta per i gusti odierni, che da' poco spazio ad approfondimenti delle varie situazioni e costringe ad accenni veloci di argomenti che meriterebbero ben altro sviluppo. La descrizione della Terra post atomica, in cui tornano a rivivere i vecchi miti ancestrali, che si integrano con la speranza in un futuro migliore che puo' derivare da una civilta' extraterrestre vittoriosa, che pero' potrebbe anche portare alla distruzione totale, si identifica fin troppo bene, senza farne alcun accenno diretto, al dramma che l'America stava vivendo della guerra del Vietnam.
Spero veramente che da qualche parte il romanzo sia ancora disponibile, perche' e' una lettura che merita ancora di essere fatta, anche a distanza di quasi 45 anni.

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