Brian McClellan

Sins of Empire

Ed. Orbit 2017

 

 

A world on the cusp of a new age...
The young nation of Fatrasta is a turbulent place — a frontier destination for criminals, fortune-hunters, brave settlers, and sorcerers seeking relics of the past. Only the iron will of the lady chancellor and her secret police holds the capital city of Landfall together against the unrest of an oppressed population and the machinations of powerful empires.
Sedition is a dangerous word...
The insurrection that threatens Landfall must be purged with guile and force, a task which falls on the shoulders of a spy named Michel Bravis, convicted war hero Mad Ben Styke, and Lady Vlora Flint, a mercenary general with a past as turbulent as Landfall's present.
The past haunts us all...
As loyalties are tested, revealed, and destroyed, a grim specter as old as time has been...

La trilogia di esordio di Brian McClellan, The Powder Mages, mi era piaciuta molto, nonostante qualche piccolo difetto da opera prima, e quindi ho alla fine deciso di leggere anche la nuova trilogia che ne continua la vicenda: Gods of Blood and Powder.
Questo Sins of Empire ne è il primo volume. La storia riparte da una decina d'anni dopo la fine della trilogia precedente, e si svolge principalmente in Fratasta e Dynize, il primo è un continente di cui si è saputo qualcosa indirettamente nella prima trilogia perché Taniel two-shot vi ha passato un periodo della sua vita e ne è ritornato come un eroe della locale guerra di indipendenza e accompagnato da una ragazza "selvaggia" che è in realtà un potente "mago del sangue", un tipo di magia del tutto sconosciuta nei Nove Regni. Il secondo è un continente che ha da secoli chiuso completamente i rapporti con il resto del mondo, devastato da una guerra interna, e di cui si sa solo che è la sede dei Maghi del Sangue.
I personaggi principali, essendo scomparso il Field Marshal Tamas, che era l'elemento centrale della trilogia precedente, diventano inevitabilmente i suoi "figli", diretti o acquisiti che siano, e quindi Taniel prima di tutto con la sua compagna Ko-poel, ma sopratutto Vlora Flint, ora diventata Generale e dopo aver abbandonato il comando dell'esercito di Adro, come successore di Tamas, è diventata capo di un esercito mercenario che ha raccolto il meglio delle truppe dell'esercito di Adro stesso
. A questi, e ad altri che riappariranno nel corso della trilogia, si affiancano nuovi personaggi, alcuni già apparsi nelle novelle e racconti di spin-off. I principali, che caratterizzeranno non solo questo romanzo, ma l'intera trilogia, sono il Colonnello "Mad" Ben Styke, comandante di un famoso gruppo di lancieri che erano diventati una leggenda della guerra di indipendenza di Fratasta, e Michel Bravis, una personaggio poco appariscente, di origine Palo, cioè l'etnia originale di Fatrasta, arruolato a suo tempo da Taniel ed infiltrato nella polizia segreta di Fatrasta, i Blackhat.
Senza andare troppo oltre nello spoiler, la politica interna abbastanza complessa di Fatastra è sconvolta dall'improvviso attacco da parte di una grande flotta proveniente da Dynize, il continente dimenticato, alla ricerca di vecchi artefatti in grado di creare dei nuovi dei.
Lo stile narrativo di McClellan si è fatto ancora più maturo, e la storia scorre piacevolmente, tra battaglie campali, muri di baionette contro cariche di cavalleria corazzata, e rombi di cannone. La presenza dei Maghi della Polvere è meno importante rispetto alla trilogia precedente, sopratutto perché ne sono rimasti pochi, e anche la magia dei Privilegiati deve pagare il prezzo del loro numero ridotto, mentre nasce la paura della nuova Magia del Sangue.
I nuovi personaggi non fanno rimpiangere quelli persi, e specialmente "Mad" Ben domina i capitoli a lui dedicati. Un personaggio sicuramente esagerato, di cui si viene a conoscere la storia poco alla volta, ma che non sembra affatto fuori posto.
A me pare davvero un degno seguito della trilogia iniziale, con una struttura narrativa anche più solida, e con uno spettro di magie che si amplia ulteriormente.

 

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