Bruce Sterling

Isole nella Rete

ed. Fanucci 1994 (Islands in the Net - 1988)

Siamo nel futuro prossimo venturo. Il mondo è dominato dalle multinazionali e dalla Rete, un complesso sistema telematico che gestisce tutte le informazioni ed è il perno della politica e dell’economia globale. In una società sostanzialmente priva di grandi conflitti, si inserisce la presenza anomala dei covi-dati, banche d’informazioni pirata che svolgono una funzione fondamentale di supporto e di disturbo nel sistema telematico internazionale. In questo scenario, durante un convegno organizzato da una grande multinazionale per stabilire una sorta di armistizio coi pirati telematici, un attacco terroristico mette in discussione non solo il ‘patto’ che si tenta di stipulare, ma l’intero equilibrio mondiale. Laura Webster decide allora di rintracciare i responsabili dell’assassinio che ha messo in pericolo i suoi affetti e le sue ambizioni, e di intraprendere un viaggio attraverso le crude realtà di una società vertiginosa e spietata.

Isole nella Rete è forse il romanzo piú ambizioso di Bruce Sterling. A partire dall’evidente omaggio a Hemingway del titolo, lo scrittore statunitense cerca di delineare un affresco plausibile dei poteri planetari nel prossimo futuro.

Non e' un romanzo recente, nemmeno nell'edizione italiana, ma io l'ho appena letto ora. La ragione principale e' che non ho mai amato molto il filone "Cyberpunk", di cui Sterling e' l'ideologo, quello che ne ha formalizzato i temi e la filosofia. Avevo comunque detto altrove che, tra i tanti, era l'autore che preferivo, di questo filone. Trovandomi casualmente davanti l'ultima ristampa di questo romanzo, l'ho comperato e letto.

E' un romanzo che sicuramente vale la pena di leggere, anche se puo' sembrare un po' "datato" ed e' evidentemente scritto da un americano. La Rete globale che Stirling descrive, fa un po' sorridere, al giorno d'oggi, l'unica innovazione non ancora realizzata e' il telefono da polso, ma sono sicuro che, mentre scrivo questo, il sistema e' gia' in sperimentazione. Poi saremo immersi in una rete di potenzialita' che il povero Sterling, pur dal suo osservatorio privilegiato degli USA, non poteva certo immaginarsi. Ma a parte questo, molte situazioni generate dalla Rete, o dalla sua mancanza, sono ben analizzate. L'evoluzione del capitalismo verso il dominio delle multinazionali, a discapito degli stati e' abbastanza ben descritto, anche se "l'americanita' " dell'autore appare in tutta evidenza in certe ingenuita' politiche in cui non sarebbe caduto un europeo. Va detto che un aspetto che mi aveva colpito come un po' troppo ottimistico, cioe' il prevalere delle cosiddette (da Sterling) multinazionali del capitalismo democratico, mi e' invece apparso sotto diversa luce quando, leggendo The Corporation di Joel Bakan, ho scoperto gli sforzi che molte multinazionali fanno per dimostrare di essere un "capitalismo con la coscienza". Cosi' come introdotto da Sterling rimane un elemento piuttosto confuso, non essendo affatto chiaro come si concilii la democraticita' con la difesa degli interessi degli azionisti, che per Stirling sono tutti "soci" della societa' e lavorano direttamente per essa, riuscendo anche a sopravvivere alle multinazionali "normali", e riuscendo anche a prevalere su forze reazionarie di vario tipo.

E' effettivamente un'americanata, ma molti concetti legati alla "globalizzazione" delle informazioni sono portati alla luce con chiarezza, la trama e' scorrevole, le esagerazioni a fini "romanzesche" non predominano sulle considerazioni piu' logiche... ed il mondo descritto ha il preoccupante "odore" di un mondo che potrebbe, almeno in parte, realmente avverarsi... mentre un leggero brivido avverte che qualcosa si e' gia' avverato...

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