James S.A. Corey

Cibola Burn

Ed. Orbit 2014

 

ENTER A NEW FRONTIER.
"An empty apartment, a missing family, that's creepy. But this is like finding a military base with no one on it. Fighters and tanks idling on the runway with no drivers. This is bad juju. Something wrong happened here. What you should do is tell everyone to leave."

The gates have opened the way to a thousand new worlds and the rush to colonize has begun. Settlers looking for a new life stream out from humanity's home planets. Ilus, the first human colony on this vast new frontier, is being born in blood and fire.
Independent settlers stand against the overwhelming power of a corporate colony ship with only their determination, courage, and the skills learned in the long wars of home. Innocent scientists are slaughtered as they try to survey a new and alien world. The struggle on Ilus threatens to spread all the way back to Earth.
James Holden and the crew of his one small ship are sent to make peace in the midst of war and sense in the midst of chaos. But the more he looks at it, the more Holden thinks the mission was meant to fail.
And the whispers of a dead man remind him that the great galactic civilization that once stood on this land is gone. And that something killed it.

Quarto capitolo della serie The Expanse, il cui significato incomincia ad essere chiaro forse solo ora. Come avevo detto nel commento ai primi tre volumi, non si trattava di una trilogia, ma di una serie continua e ancora aperta, ed infatti questo quarto volume continua la storia senza soluzione di continuità. Anzi, se nei volumi precedenti, che ho letto tutti di seguito, i continui richiami agli eventi precedenti mi avevano dato un po' fastidio, in questo quarto capitolo, che ho letto a distanza di tempo, la povertà di riferimenti ai fatti passati e di informazioni sui personaggi, non pochi, che riappaiono dai volumi precedenti, mi ha anche messo in una certa difficoltà a ricollegare le storie.
Anticipando il mio giudizio finale, dico subito che il romanzo mi è piaciuto molto, e sono stato al limite di dargli 5 stelle piene (su Anobii e su Goodreads) nonostante abbia violentemente capovolto tutte le ragioni per cui mi erano piaciuti i primi tre romanzi della serie.
Cerco di precisare: a me piace anche la Space Opera alla Alastair Reynolds o Peter F. Hamilton, ma spesso mi trovo a disagio con le esagerazioni tecnico-scientifiche che sono necessarie per rappresentare futuri lontani ed orizzonti galattici o oltre, esagerazioni che troppo spesso non sono nemmeno giustificate molto bene logicamente, e non hanno nemmeno delle basi credibili... insomma, per leggere certa space opera bisogna davvero dimenticare la fisica che conosciamo. Il duo Abraham e Franck, che si nasconde sotto lo pseudonimo di James S.A. Corey, aveva invece creato una space opera tecnicamente e scientificamente credibile (a parte la storia della protomolecola, ma una esagerazione scientifica è sopportabile), in cui tutto era descritto in termini certamente un poco estrapolati, ma basati sulla scienza che conosciamo. La conseguenza era che la vicenda era costretta a rimanere nell'ambito del Sistema Solare, perché con la nostra scienza attuale non possiamo andare oltre. Già nel finale del terzo volume questo aspetto si era perso, con l'apparizione di portali collegati da wormholes nello spazio-tempo ad innumerevoli mondi più o meno di tipo terrestre sparsi per la galassia ed apparentemente disabitati, travolti da qualche forza sconosciuta.
Per questo ho esitato molto prima di affrontare questo quarto capitolo, temendo una delusione rispetto ai precedenti. Alla fine ho deciso di leggerlo anche perché Fanucci ha iniziato la pubblicazione della serie in versione italiana, contro ogni mia aspettativa. Probabilmente ha contribuito alla sua decisione la notizia dell'imminente apparizione di una serie TV basata su questi romanzi (quando apparirà questo mio scritto, nell'Ottobre 2015, queste notizie di inizio estate saranno ormai obsolete, ma questo è il prezzo che devo pagare per poter preparare questi consigli di lettura con largo anticipo).
Tornando a Cibula Burn, devo dire che invece mi ha sorpreso positivamente, perché l'intero romanzo è concentrato su un tema preciso: i pericoli di una ecologia estranea. Ovviamente ci sono aspetti fantascientifici, alcuni dei quali di dubbia credibilità, come meccanismi interni di un pianeta sostanzialmente artificiale che cercano ancora di entrare in funzione dopo un numero di migliaia di anni non del tutto chiaro e sicuramente non piccolo, ma il tema principale rimane quello del confronto tra ecologie sufficientemente simili da poter convivere ma anche sostanzialmente diverse. Anche il conflitto tra due tendenze tipiche dell'animo umano, quella esplorativa e quella conservativa, sono analizzate con notevole abilità.
Il personaggio principale, James Holden, che era apparso spesso un po' succube degli eventi nei romanzi precedenti, acquista, lentamente e a fatica, un ruolo più positivo, pur rimanendo sempre se stesso, ad indicare che la fermezza morale a volte paga, se si è fortunati.
La conclusione, con la scoperta di come può essere feroce la politica nei riguardi degli individui, anche quando è indirizzata verso obiettivi condivisibili in generale, mi lascia ben sperare che anche i romanzi successivi (Nemesis Game è già stato pubblicato) possano portare ad aspetti interessanti, e non solo ad una seppur piacevole avventura spaziale.
 

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