John Barnes

Il Sistema Virtuale XV

ed. Nord 1996 (Mother of Storms - 1994)

"Quando nel 2006 fu introdotta la XV, tutti denunciarono il fatto che assorbiva l'attenzione umana molto più della TV. D'altra parte ci fu chi la elogiò perché consentiva a tutti di sperimentare all'istate la conoscenza di qualsiasi cosa, e di come farla. Con la XV potvate prendere un ragazzino del ghetto urbano, portarlo dentro la testa di un ingegnere e fargli sentire il piacere che viene dal progetto funzionante di un motore a turbina; potevate dargli la gioia di mettere le mani sull'oggetto reale... ma quando erano divenute possibli l'estrazione forzata della memoria e la violenza sessuale fatta per interposta persona, la XV, come tutti gli altri canali d'informazine, era ormai praticamente impossibile da censurare. La tecnologia e i soldi di milioni di proseliti di tutti i generi lo impedivano". Ma ora l'umanità che condivide l'esperienza virtuale del sistema XV deve fare i conti con un cataclisma che sta risucchiando la Terra in una nuova apocalisse.

John Barnes ha scattato un'istantanea del futuro che abbraccia un intero pianeta; una visione sconvolgente che solo la fantascienza può regalare al lettore, un'avventura dal respiro epico, ricca di personaggi e situazioni, che si spinge alle frontiere della nostra civiltà.

Un romanzo che mi era piaciuto, quando l'avevo letto alla sua uscita, ma non abbastanza da rileggerlo un'altra volta, in questi circa 10 anni che e' rimasto ragionevolmente in vista in una delle mie librerie.
L'ho riletto in questi giorni e credo di aver capito il perche' l'avevo trascurato: e' un romanzo assai poco equilibrato. Un polposo volume gia' difficile da definire come genere... un misto di ciberpunk e di apocalittico, e stabilire cosa predomina e' piu' questione di gusti che di attenzione alla lettura. A cominciare dal titolo, che in originale, "La madre delle tempeste", sembra privilegiare l'aspetto apocalittico, mentre l'edizione italiana pone piu' l'accento sull'aspetto comunicativo, e quindi la parte ciberpunk.
Questo romanzo e' stato finalista del Premio Hugo del 1995, e meritatamente, perche' e' pieno di idee, anche se non sempre sfruttate adeguatamente, e anche la storia stessa ha qualche spunto di originalita'. La catastrofe climatica che da' origine a tutto avviene in un mondo che sta attivamente, e con successo, riducendo la presenza dei gas serra in atmosfera. Avviene per un fatto imprevisto, ma viene chiarito che un evento analogo sarebbe prima o poi successo comunque. L'uso di missili atomici per distruggere alcune istallazioni militari illegali provoca la fuoriuscita dai sedimenti marini sotto l'Artico di enormi quantita' di metano. Il processo fisico dell'innesco dell'instabilita' atmosferica, la nascita dell'enorme ciclone, il suo comportamento, la sua proliferazione sono descritti con un dettaglio tecnico eccessivo e a volte esasperante, mentre si sorvola forse troppo su altri fatti altrettanto importanti per capire le ragioni del comportamento generale. Si va dagli aspetti politici, per cui e' solo vagamente accennato alla catastrofe nucleare che ha decapitato gli Stati Uniti, facendogli perdere la leadership mondiale, ma non si dice nulla sulle modalita' di costituzione delle nuove Nazioni Unite, dotate di autorita' totale e di forze armate in grado di intervenire ovunque, ne' del perche' l'Europa diventi una societa' razzista, chiusa su se' stessa, a quelli della parte ciberpunk, in cui l'origine e la natura del Sistema XV vengono quasi ignorati, concentrandosi solo sugli effetti. E' abbastanza ovvio che in un romanzo di fantascienza non si possa entrare nel dettaglio di tutte le innovazioni proposte, ma il non farlo per alcuni degli aspetti principali, ma non per tutti, tende a dare l'idea che l'autore in realta' su quei casi non sapesse cosa dire.
E credo che questo sia vero per l'aspetto informatico/comunicativo del Sistema XV, se si tiene conto che viene indicato come l'anno di introduzione di una tecnologia assolutamente straordinaria, che richiede sviluppi al momento imprevedibili sia nella medicina che nell'informatica, solo poco piu' di 10 anni oltre la data in cui scrive. In realta' Barnes non ha la piu' pallida idea di come una tecnologia del genere potrebbe realizzarsi, e si concentra solo sugli effetti, in modo abbastanza soddisfacente. Un sistema di comunicazione che permetta di scambiare, o addirittura mettere in rete a disposizione di tutti, l'intero panorama delle proprie emozioni e che permetta di vivere l'intera esperienza di un altro, tramite sensori e trasduttori elettronici, non puo' che trovare nelle perversioni e nel sesso la propria linea di sviluppo commerciale piu' redditizia. E' quindi giusto che nel romanzo ci sia abbondanza di sesso, e ho sempre ritenuto che la vita umana vada raccontata come e', senza troppe censure, ma credo che ci siano troppe descrizioni di relazioni sessuali, anche decisamente perverse, nella prima parte, mentre non ce ne sono piu' nella parte finale, nonostante non ne manchino le occasioni. Sembrerebbe quindi che questo elemento sia stato introdotto forzatamente, per dimostrare l'aspetto preoccupante del sistema XV, e non in un modo "naturale", perche' la narrazione lo richiedeva.
Anche il trasferimento delle personalita' di Luis e Carla nella rete, con conseguente incredibile potenziamento delle loro capacita', pur non essendo una novita' nel mondo ciberpunk, dove anzi ne rappresenta l'elemento piu' tipico, e' trattato con superficialita' rispetto ai problemi tecnologici che una rete reale pone ad interconnessioni del genere, e nessuna ipotesi di soluzioni nuove ed enormemente piu' avanzate viene proposta. Il tutto viene dato per scontato.
Molti altri aspetti del romanzo sono invece molto ben presentati e formano nel totale una narrazione accettabile, in cui la mancanza di equilibrio potrebbe anche essere un pregio, poiche' permette tante diverse letture, a secondo di quale aspetto risulta piu' "gradito" e quale meno.
Tutto sommato un romanzo che piace sicuramente in prima lettura, ma che fa fatica a riproporsi.

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