Alan Campbell

Deepgate Codex
Il Raccoglitore di Anime
Il Dio delle Nebbie
Il Dio delle Anime

ed. Nord 2007-2008-2009 (Scar Night - 2006, Iron Angel - 2008, God of Clocks - 2009)

In mezzo alla distesa di Sabbiemorte sorge Deepgate, un’immensa città sospesa su un insondabile abisso grazie a un sistema di catene, cavi e reti. I suoi abitanti credono che nell’oscurità sottostante viva il dio Ulcis, il «Raccoglitore d’Anime», sconfitto ed esiliato dalla madre Ayen, dea della luce e nume tutelare degli Heshette, la popolazione nomade contro cui Deepgate combatte una guerra ormai secolare. È per questo che i morti della città vengono gettati nell’abisso, dove Ulcis sta formando un esercito di anime per spodestare Ayen e riconquistare il paradiso per sé e per i suoi fedeli.
Al centro di Deepgate si erge l’enorme complesso del Tempio, un labirinto di torri, edifici in pietra e sotterranei da dove i sacerdoti della Chiesa di Ulcis amministrano la teocrazia che governa la città. E, in una cella alla sommità di una delle guglie, vive anche il giovane Dill, l’ultimo degli arconti, una stirpe di guerrieri cui, secondo una leggenda millenaria, Ulcis avrebbe assegnato la difesa della città e dei suoi fedeli.
Ma Dill è soltanto un ragazzo di sedici anni, che ha trascorso una vita da recluso e al quale non è mai stato permesso di addestrarsi nelle arti del combattimento. Eppure toccherà proprio a lui affrontare il più grande nemico di Deepgate, un nemico invisibile ma onnipresente nelle menti e nei cuori degli abitanti della città: un nemico che si nasconde nelle profondità dell’abisso…

Dopo aver perso la grande battaglia contro le Spine, la città di Deepgate è stata soggiogata. Gran parte delle catene che la tengono sospesa sopra l’Abisso hanno ceduto e il tempio "un labirinto di torri, edifici in pietra e sotterranei da dove i sacerdoti della Chiesa di Ulcis, il Raccoglitore d’Anime, avevano amministrato la teocrazia che governava la città" sembra ormai sul punto di precipitare nelle profondità della terra… Anche il giovane angelo Dill, l’ultimo degli arconti, è impotente e rassegnato: a causa della morte di Ulcis, infatti, le anime intrappolate nell’Abisso stanno invadendo Deepgate, portando morte e distruzione. L’unico essere che potrebbe fronteggiare e neutralizzare questa minaccia è Cospinol, ma il dio del mare è intrappolato da più di tremila anni in una nave marcescente avvolta dalla nebbia. Il giorno del suo arrivo perciò è ancora lontano e, con la città ormai soffocata da una spirale di violenza, toccherà ancora una volta a Dill affrontare le proprie paure e angosce per compiere il destino della sua gloriosa stirpe: l’inferno è in attesa della sua anima…

Le porte dell’Inferno sono state aperte e un esercito di creature spaventose, guidate dal perfido Menoa, ha distrutto la città sospesa di Deepgate. Quando anche Coreollis cade sotto i colpi delle inarrestabili armate del Signore del Labirinto, la guerra fra gli dei di Sabbiemorte sembra ormai segnata. Eppure l’ex assassina Rachel Hael non ha nessuna intenzione di arrendersi ed è decisa a tentare tutto il possibile per rovesciare le sorti del conflitto. Per questo coinvolge la maga Mina Green e il dio Hasp in una missione disperata: raggiungere il dio degli orologi nella sua roccaforte e, col suo aiuto, convincere le forze del paradiso a combattere al loro fianco. Tuttavia Rachel si ritroverà ben presto a doversi difendere non soltanto dai dodici arconiti di Menoa - enormi automi che le stanno dando la caccia -, ma anche dallo stesso Hasp. Nel corpo del dio, infatti, è stato impiantato un parassita che lo obbliga a obbedire agli ordini del nemico, perciò lui è combattuto fra la volontà di aiutare i suoi alleati e quella di distruggerli. In un clima di sospetti e diffidenze, Rachel inizia a capire che il tempo a sua disposizione sta per scadere e che è giunto il momento di prepararsi all’estremo sacrificio, nella speranza che, nel frattempo, il gigante John Anchor sia riuscito a trascinare la nave di Cospinol, il dio della nebbia, proprio dove Menoa si sente più al sicuro: nell’abisso dell’Inferno...

Una triologia fantasy che suppongo debba essere classificata nella categoria new weird, anche se l'eccessivo proliferare di categorie per il fantasy rende la classificazione stessa abbastanza inutile dato che fra poco ogni romanzo avrà la sua classificazione personale.
Però al momento significa almeno che in questa storia non ci sono maghi millenari, nè nani e tantomeno elfi. E' invece una storia dove la violenza è la norma, la sofferenza una realtà quotidiana, una storia truculenta e impietosa, dove il sangue scorre letteralmente a fiumi. Ci sono dei, semidei, angeli con le ali, robot meccanici giganteschi ed invincibili, oltre a tante persone comuni, le cui anime sono reali e concrete, soffrono veramente "le pene dell'Inferno", e possono anche essere mangiate per rinvigorirsi.
Il primo romanzo della triologia,
Raccoglitore d'Anime, è un incredibile concentrato di inventiva, tensione narrativa, violenza, crudeltà e altruismo, ingenuità ed eroismo. Una storia che non può lasciare senza una decisa reazione: o ne si ha un rigetto viscerale o la si apprezza totalmente. Anche se la totale estraneità del mondo che vi viene rappresentato dalla nostra esperienza normale può presentare qualche problema di immedesimazione, è una difficoltà che dura poco, poi si è conquistati da quella assurda, irrealistica ma estremamente reale città sospesa da infinite catene su un abisso senza fondo che è il ricettacolo del sangue dei morti e delle loro anime. La storia che viene narrata, nella sua assurdità, è estremamente logica, anche se alla fine lascia senza spiegazione la maggior parte delle questioni proposte. I personaggi hanno spessore, sono del tutto credibili e ad alcuni è facile affezionarsi, tanto che anche le loro peggiori perversioni, nel contesto, appaiono abbastanza "accettabili".
Il secondo romanzo,
Il Dio delle Nebbie, allarga la visione sul mondo in questione, chiarisce, ma non del tutto, le ragioni per cui gli dei gestiscono alcune parti del mondo, dà una visione del loro avversario che occupa e padroneggia l'Inferno, ma risulta alla fine più debole del suo precedente, quasi una fase interlocutoria nello sviluppo della vicenda, anche se la figura di Anchor, rimpinzato di anime, praticamente invincibile, che trascina attraverso il mondo intero la nave volante del dio Cospinol, avvolta da nebbie che la proteggono dai mortali raggi del sole, da sola dà sufficiente spessore a questa parte della storia.
Il terzo capitolo,
Il Dio delle Anime, chiarisce meglio i rapporti tra gli dei, le ragioni della loro lotta, ma, secondo me, è del tutto carente nel concludere in modo soddisfacente la vicenda. Ci sono sicuramente aspetti estremamente positivi anche in questo finale, specialmente la parte che si svolge nell'Inferno in cui Carnival ritrova un ruolo di protagonista, ed anche in parte nella fuga di Dill, divenuto ormai un arconte inseguito dai suoi pari, aiutato ma non si sa fino a quando dal dio Hasp, costretto ad ubbidire ai comandi del fratellastro Menoa, ma il gioco temporale del dio degli orologi, l'intrico di multiuniversi che ne deriva, lasciano la storia senza una vera conclusione. E anche l'apparizione di Ayen, indebolita dalla solitudine millenaria, ma ancora in grado di intimorire i figli che le si erano ribellati, è quasi una scusa per chiudere velocemente un intrico di vicende che non erano più controllabili.
Il finale credo sia la parte peggiore di questa triologia, che ritengo debba essere letta sopratutto (e forse solamente) per il suo primo capitolo.

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