Robert Jordan
Brandon Sanderson

Memoria di luce

ed Fanucci 2013 (A Memory of Light 2013)

L'ultima battaglia è arrivata. Gli eserciti del mondo si sono riuniti al Campo di Merrilor in attesa di sapere quello che il drago rinato chiederà loro. Ma l'ombra non è stata a guardare, e ha lanciato un'offensiva a sorpresa contro Caemlyn, capitale dell'Andor. Dopo essersi assicurato l'appoggio dei riottosi Seanchan, Rand è costretto a combattere su più fronti, e con l'aiuto di pochi altri sferra un attacco su Shayol Ghul per sfidare Moridin e occuparsi della prigione del tenebroso. Demandred svelerà finalmente il suo piano, portando in battaglia l'esercito del distante Shara. Moltissimi perderanno la vita con onore nel corso di quei sanguinosi combattimenti, ma Rand riuscirà nel suo intento, e l'umanità vedrà infine l'alba della Quarta Epoca.

Finalmente La Ruota del Tempo finisce, e devo dire finisce un po' meglio di quanto era dato temere. Merito di Sanderson, secondo me, anche se ha cercato di imitare il più possibile lo stile di Jordan e quindi di evitare il più possibile di avvicinarsi alla soluzione di ogni conflitto. D'altronde ha impiegato tre poderosi volumi per completare quell'ultimo capitolo che Jordan pensava di contenere in un unico romanzo... ma che probabilmente non avrebbe mai finito, riempiendolo di descrizioni infinite e ripetute, di sottostorie che si sarebbero riaperte una dentro l'altra come Matrioske... insomma, in mano a Jordan si sarebbe ottenuto solo una continuazione dei primi 11 volumi, e quindi mai una conclusione. Sanderson aveva un contratto per concludere la storia e quindi, pur mettendoci il triplo del necessario, alla fine lo ha fatto.
Ma è una conclusione soddisfacente?
Sì e no.
Lascia molte situazioni inconcluse, ma è ovviamente inevitabile viste le centinaia di sottostorie che
Jordan ha creato pur di non arrivare mai ad una conclusione di alcuna di esse. Ha degli evidenti punti deboli, anche delle incongruenze (un personaggio non proprio secondario sembra essere dato per morto ma poi riappare vivo e vegeto), e lo scontro finale tra Rand e l'Oscuro è onestamente di bassissimo livello, con la contrapposizione tra futuri possibili che sono sempre uno peggio dell'altro. Onestamente lo "scontro di volontà" che avrebbe dovuto essere l'apice di una storia durata 14000 pagine mi è sembrata uno scherzo tra ragazzi che volevano vedere chi l'aveva più lungo. Con lo stesso pathos narrativo.
Però la battaglia finale è illustrata con dettagli strategici e descrizioni dettagliate di singoli scontri che
Jordan non avrebbe mai saputo fare. Il carattere personale di Perrin e di Mat smette di essere quello di marionette gestite dal fato ed ossessionate da problemi personali, per diventare finalmente l'appoggio di cui Rand ha bisogno. Una maturazione che logicamente sarebbe dovuta avvenire almeno 5 volumi prima, ma che la necessità di Jordan di non far mai arrivare a conclusione alcuna sottostoria ha necessariamente spostato in quello che per lui era il limbo del futuro.
Nella battaglia finale muoiono molti personaggi che hanno svolto un ruolo essenziale in questa saga, e la cosa è abbastanza normale. Anzi, risulta piuttosto strano il gran numero di personaggi seguiti dal racconto che riescono a sopravvivere, spesso senza una giustificazione ragionevole.
Devo ripetere, perché credo sia un elemeno importante nel giudizio globale a questo volume, che la mancata conclusione esplicita di moltissime sottostorie che hanno sicuramente appassionato i fedeli della saga è dovuta sostanzialmente al loro enorme numero, creato da
Jordan semplicemente per non arrivare mai vicino alla conclusione di alcuna storia qualsivoglia. Sanderson ha fatto quello che poteva, e anche allungando il brodo come ha fatto, non poteva chiudere ogni sottoplot nell'ultimo volume, di per se stesso già di dimensioni extra large.
A mio parere
Sanderson è uno scrittore molto migliore di Jordan, ma era costretto nei limiti di una storia che aveva già preso 11 volumi e di un finale che non lasciava molte libertà di scelta. Credo abbia fatto un ottimo lavoro portando a termine una storia che temo Jordan non sarebbe mai stati capace di finire.

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