Le Nuove Classi Sociali
Michele Castellano
(26/01/2004)
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Ultimamente vengono rivolte molte critiche ai partiti di sinistra perche fanno una politica spesso ecessivamente di palazzo, e ai sindacati, per il ruolo sempre piu politico che hanno assunto in questi anni, e per i privilegi diffusi, piccoli e grandi, che difendono con forza.
Concordo con alcune di queste critiche, anche se mi rendo conto che sono ancora delle strutture di cui non si puo fare a meno, perche continuano comunque a difendere interessi che altrimenti sarebbero schiacciati.
Solo che questa deriva che li allontana dal loro scopo originario non mi sembra casuale, e nemmeno solo contingente, ma rientra secondo me in una ben piu generale modifica delle classi sociali e dei loro rapporti.
E come quando, nel mondo animale, per il normale sviluppo del mondo in generale, si apre una nuova nicchia ecologica, inevitabilmente qualche organismo la occupera, specializzandosi in modo da sfruttarla al meglio. Col passare del tempo, e con il cambiamento delle condizioni, puo essere che questa specializzazione perda la sua importanza, per cui questo organismo scomparira o verra relegato in posizioni sempre piu trascurabili.
Puo darsi pero che la specializzazione che gli ha permesso di occupare quella nicchia, diventi utilizzabile piu in generale, permettendo a questo organismo di espandersi anche al di fuori della nicchia originale..
A volte succede anche che qualche cataclisma elimini improvvisamente, ed al di fuori delle normali leggi di evoluzione, gli organismi piu forti e dominanti. A questo punto, il nostro modesto organismo, se sopravvive al cataclisma, puo trovarsi la strada spianata verso il diventare lui il dominante, se le sue caratteristiche gli danno dei vantaggi rispetto agli altri sopravissuti.
Non sempre pero sono eventi cosi traumatici a generare una sostituzione ai vertici della scala ecologica. Puo essere che il lento mutare delle condizioni ambientali faccia si che la specializzazione particolare del nostro organismo diventi sempre piu vantaggiosa, per cui la sua diffusione risulta favorita, insieme alla sua evoluzione verso un migliore adattamento alle nuove condizioni, fino a farne lorganismo dominante.
Non voglio portare oltre questa similitudine, che credo comunque presenti elementi di interesse.
Vediamo pero come, nellambito socio-economico, alcuni aspetti, che rispecchiano in parte questa similitudine, si sono presentati e come stanno evolvendo.
La Rivoluzione di Ottobre e stata, ad esempio, un avvenimento traumatico che ha distrutto la classe sociale dominante, i proprietari, almeno in una parte del mondo.
Al loro posto e subentrata una classe burocratica che ha avuto origine da gruppi che, pur essendo di varia estrazione, possono essere definiti di politici e sindacalisti.
E quella che io chiamo la classe del consenso, e il suo predominio mi sembra fosse inevitabile. Forme specifiche e personaggi potevano essere completamente diversi, la storia non e cosi deterministica, ma il quadro generale non poteva che essere quello. Volevo solo far notare come, spariti improvvisamente i proprietari, il potere sia stato preso da chi, per una ragione od unaltra, era in grado di suscitare e gestire il consenso popolare, almeno inizialmente.
Non voglio qui entrare nel discorso del suo fallimento, perche e troppo lungo e complesso, e potra essere fatto a parte, ma comunque sia, al di la della particolare forma in cui si e realizzato, anche questo mi sembra sostanzialmente inevitabile.
Nel mondo occidentale, ma non solo, sta invece avvenendo qualcosa di apparentemente molto diverso, ma che ha in realta piu di un elemento in comune.
La classe dei proprietari sta lentamente, ma decisamente, mutando aspetto rispetto a quello classico dei secoli scorsi.
La finanziarizzazione delleconomia e la sua contemporanea globalizzazione ha accelerato il processo di separazione tra il possesso e la capacita di controllo della produzione. Inoltre il possesso si sta, in un certo modo, diluendo, attraverso la generalizzazione delle Societa per Azioni, ma si sta anche concentrando in organismi che non hanno un vero e proprio proprietario (fondi pensione, fondi di investimento etc).
Mi sembra evidente che la proprieta stia perdendo importanza rispetto alla gestione e al controllo, e che la classe della gestione diventa sempre piu la vera detentrice del potere, se pur ancora ingabbiata da quel che resta della proprieta .
Anche la produzione dei beni sta subendo una profonda evoluzione, sempre piu distaccata dallaspetto umano del lavoro, delocalizzata a seconda delle convenienze del momento, individualizzata nei suoi aspetti piu moderni. Diventa quindi sempre piu questione di capacita di gestione e di controllo, che di capacita produttiva.
Una struttura del genere ha pero bisogno di un adeguato consenso sociale, o perlomeno di un diffuso senso di acquiescenza.
Anche in occidente, dunque, la politica ed i sindacati, cioe la classe del consenso, sta allargando il suo campo di intervento. Partendo dalla loro nicchia, poiche la loro specializzazione di saper gestire il consenso e sempre piu richiesta e premiata, semplicemente occupano lo spazio, guadagnando sempre piu in potere, anche se, lentamente, si allontanano dal loro ristretto obiettivo iniziale. Se rimarra qualche aspetto di questo loro vecchio obiettivo, sara probabilmente piu di facciata che altro, anche se non e affatto impossibile che qualcuno continui a crederci e a lavorare in quella direzione. Cosi come non esistono il bianco ed il nero, ma solo sfumature di grigio, non e mai possibile separare in modo netto aspetti reali anche opposti, se non per semplificare e rendere piu chiaro un discorso. Nel concreto sfumano sempre uno entro laltro.
Limpressione attuale e che il consenso ed la gestione si si amalgameranno piu o meno completamente, fino a formare la vera classe dominante del futuro, sostituendo definitivamente ed ufficialmente la vecchia classe padronale, probabilmente assorbendo al proprio interno alcuni ed espellendo definitivamente altri, non molto diversamente da come ha fatto la borghesia con la nobilta.
Ci sono ovviamente molti possibili modi in cui questo puo avvenire, e molte forme finali. Ma, come al solito, lo schema generale non dovrebbe essere poi tanto diverso.
E noi?
Per noi intendo quelli che non faranno parte, per varie ragioni, di questa classe.
Chi saremo, o meglio, cosa saremo? O forse chi gia siamo, senza ancora saperlo?
In che modo possiamo identificarci, riconoscerci? Che ruolo possiamo avere ed in che modo possiamo difenderci?
Sono ancora valide, e quanto, le vecchie forme di organizzazione?
E se tutti i nostri sforzi per rafforzare la nostra classe politica, i nostri sindacati, non risultassero altro che un modo di rafforzare il nostro futuro avversario di classe? Della classe che ancora non sappiamo di essere?
Non ho risposte, se non parzialissime, a queste domande, che sono volutamente estremizzate.
Non so nemmeno quanto sia ingenua ed erronea la mia analisi precedente. So solo, e di questo sono sicuro, che sono in atto grosse trasformazioni, che le vecchie categorie di giudizio si adattano sempre meno alla realta, e se non cerchiamo di capire meglio quello che sta succedendo, non solo rischiamo di fare le cose sbagliate, ma probabilmente non potremo ricoprire altro ruolo che quello della plebe allassalto della Bastiglia.
La stessa plebe che cantava e danzava sotto la ghigliottina, mentre la borghesia prendeva il potere.