John Gwynne

Wrath. Nuove Alleanze

Ed. Fanucci 2017

 

 

 

 


Nelle Terre dell’Esilio, le conseguenze della guerra hanno raggiunto il punto di non ritorno. Re Nathair controlla ormai la fortezza di Drassil, nascosta nel cuore della Foresta di Forn, e tre dei Sette Tesori sono nelle sue mani. Alleatosi con Calidus e con la perfida regina Rhin, è disposto a tutto pur di conquistare i restanti quattro Tesori, che gli permetterebbero di acquisire la facoltà di aprire il portale verso l’Oltremondo. Corban, l’unico in grado di opporsi ai piani del re, è stato fatto prigioniero dai guerrieri Jotun, giganti che terrorizzano le schiere nemiche. Con il suo esercito in rotta, Corban deve trovare una via di fuga e nuovi alleati, ma quale delle fazioni in guerra appoggiare? Chiamare al proprio fianco bellicosi giganti potrebbe rivelarsi la scelta giusta? Qualunque sarà la sua decisione, Corban dovrà fare i conti con Nathair e i suoi alleati. La sua vita è appesa a un filo, e con essa il destino delle Terre dell’Esilio, perché quella che sta per essere combattuta è l’ultima delle battaglie, la più cruenta e sanguinosa.

Per leggere questo quarto e conclusivo volume della saga The Faithful and the Fallen mi sono riletto anche i tre volumi precedenti, e questa volta tutti nell'edizione italiana per fare prima, perché ormai mi ricordavo solo genericamente la struttura della storia ma quasi niente dei suoi dettagli. Da questa rilettura ne ho derivato qualche differenza di giudizio rispetto a quanto avevo scritto in precedenza. Niente di particolarmente significativo, ma una revisione della mia opinione che magari avrebbe potuto anche meritare una recensione completamente nuova della saga, ma che invece limito a due parole di spiegazione in questo commento al volume finale.
Alla rilettura, il primo volume, Malice, presenta delle debolezze maggiori di quelle che avevo colto inizialmente, sopratutto nella tecnica narrativa, con ingenuità abbastanza spiegabili con l'essere un esordio e non di alta qualità. Poi, come avevo detto nei commenti precedenti, la storia si sviluppa con una certa qualità, ma sostanzialmente senza nessuna originalità, e anche con troppe ovvietà, dato che la maggior parte delle "sorprese" nella vicenda erano facilmente prevedibili da molto prima.
In questo quarto e conclusivo capitolo sostanzialmente non cambia niente, nel senso che forse muoiono più personaggi di un certo rilievo di quanto sia normale in un fantasy di questo livello (Martin ha fatto scuola anche in questo), ma la vicenda segue un percorso assolutamente prevedibile. Il livello narrativo rimane alto, anche se qui Gwynne perde qualche colpo nella descrizione di grosse battaglie tra eserciti numerosi, avendo poco chiara come una battaglia del genere dovrebbe svolgersi e perdendosi in dettagli su singoli individui, con le solite esagerazioni tipiche dei romanzi di cappa e spada.
Il finale è il finale che ci si aspetta da un buon fantasy, tonnellate di morti a parte, e Gwynne riesce ad essere ancora una volta abbastanza scontato, anche quando fa la cosa giusta...

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