Gareth L. Powell

Embers of War

Ed. Titan 2018

 

The sentient warship Trouble Dog was built for violence, yet following a brutal war, she is disgusted by her role in a genocide. Stripped of her weaponry and seeking to atone, she joins the House of Reclamation, an organisation dedicated to rescuing ships in distress. When a civilian ship goes missing in a disputed system, Trouble Dog and her new crew of loners, captained by Sal Konstanz, are sent on a rescue mission.
Meanwhile, light years away, intelligence officer Ashton Childe is tasked with locating the poet, Ona Sudak, who was aboard the missing spaceship. What Childe doesn't know is that Sudak is not the person she appears to be. A straightforward rescue turns into something far more dangerous, as Trouble Dog, Konstanz and Childe find themselves at the centre of a conflict that could engulf the entire galaxy. If she is to save her crew, Trouble Dog is going to have to remember how to fight...

Gareth Powell ha conquistato una certa notorietà con il romanzo Ack Ack Macaque, primo capitolo di una trilogia di storia alternativa molto particolare, che non ho letto perché la presentazione non è tale da farmelo passare avanti nella lista dei miei interessi, ma che è in ogni caso nella lista di lettura. Questo Embers of War è invece l'inizio di una serie di Space Opera di cui al momento è stato pubblicato un secondo volume: Fleet of Knives. Ho letto questo romanzo perché ha vinto il premio BSFA come miglior romanzo 2018 ed èstato Nominato per Locus 2019.
In effetti è un romanzo solido, ben costruito con personaggi complessi ma credibili e una vicenda intricata a sufficienza, che deve ovviamente ancora svilupparsi completamente e che al momento è del tutto razionale e comprensibile.
L'aspetto che forse colpisce di più è quello delle astronavi guidate da Intelligenze Artificiali estemamente evolute, con anche una capacità emotiva a livello di un essere umano, per la qual cosa hanno anche acquisito dei diritti quasi equivalenti. Non sono certo le semi-Dei del Ciclo della Cultura di Banks, ma semplicemente delle simil-persone con capacità potenziate. Ma anche i personaggi umani sono decisamente "umani" con i loro problemi che sono tutto sommato sempre gli stessi, qualunque sia la dimensione dell'universo in cui si trovano a vivere.
Questa è una domanda che mi sono posto leggendo il romanzo: ma è poi tanto vero che le emozioni umane siano sostanzialmente indipendenti dalle condizioni sociali e spaziali in cui gli umani in questione si trovano a vivere? Io credo che non sia completamente vero e che una dipendenza ci sia, ma non mi viene in mente nessun romanzo in cui la questione venga esaminata in dettaglio. In Embers of War gli umani si comportano emotivamente nello stesso modo di oggi sulla nostra limitata Terra, e quindi la cosa non ci sorprende. Il finale può sembrare un po' "eccessivo", troppo facile, ma fa sperare in ulteriori sviluppi più complessi.
Poichè non voglio dire molto sulla trama più di quanto dica la presentazione, mi limito a raccomandarne davvero la lettura, che sono sicuro non lascierà insoddisfatti, anche come romanzo isolato, perché la storia, pur prevedendo un seguito, ha una chiusura emotivamente soddisfacente.

 

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