Michael Swanwick

Gli Dei di Mosca

Ed. Antonio Tombolini (2014) (Dancing with Bears 2011)

Darger e Surplus sono due truffatori gentiluomini: Darger è un malinconico amante dei libri antichi; Surplus un cane geneticamente modificato per comportarsi come un uomo. Con l’inganno si sono uniti alla carovana dell’ambasciatore di Bisanzio per raggiungere sani e salvi Mosca, dove intendono dare vita a una truffa ai danni del Duca. Però il Duca non è un personaggio così facile da avvicinare, nonostante il dono che gli stanno portando: sette donne bellissime, create solo per soddisfarlo.
Darger e Surplus si troveranno nel mezzo di una rete di intrighi tra fanatici religiosi, politici affamati di potere, macchine viventi che odiano il genere umano e perfino Lenin ritornato ad arringare le folle. Riusciranno i due truffatori gentiluomini a cavarsela?

Non ho letto molto di Swanwick, e quello che ho letto e che mi ricordo non mi è piaciuto poi tanto, come I Draghi del Ferro e del Fuoco. La maggior parte dei romanzi di Swanwick possono essere inquadrati nella categoria del New-Weird, di cui è probabilmente stato l'iniziatore, e anche questo Gli Dei di Mosca ne fa parte a buon diritto. Swanwick ha sempre esibito nei suoi romanzi una fantasia sfrenata, una successione pirotecnica di trovate, accompagnata quasi sempre da una scarsa capacità di controllo dello sviluppo narrativo e delle trovate stesse. Molto spesso si avvicina ai limiti dell'irrazionalità e dell'esagerazione tipiche del Bizzarro alla Carlton Mellick III, ma senza ricaderci completamente.
E' un autore che ha un discreto seguito di lettori appassionati, ma io non sono tra questi, perché l'eccesso di trovate, troppo fini a se stesse e senza un buon controllo della razionalità della storia che si vuol raccontare, non mi è mai piaciuto molto. E in questo difetto Swanwick cade piuttosto spesso.
Anche in questo Gli Dei di Mosca si ritrovano i (notevoli) meriti di Swanwick insieme ai suoi (altrettanto notevoli) difetti.
La fantasia usata nell'ambientazione è davvero tanta, in questo che è il primo romanzo completo dedicato alla coppia Darger e Surplus, apparsi per la prima volta nel racconto The Dog Said Bow-Wow e poi in un altro paio di racconti. Cani e umani geneticamente modificati anche per fini non molto morali, un'umanità disastrata che si inventa qualunque cosa per sopravvivere, miti e religioni resi reali e con conseguenze pratiche non sempre piacevoli. Non manca quasi niente in questo romanzo, se non una storia davvero credibile. Ovviamente una storia c'è, e forse è anche più razionale e consistente di altri romanzi di Swanwick, ma è pur sempre un canovaccio di base che deve dare la precedenza agli aspetti pirotecnici degli eventi apparentemente casuali che si susseguono per tutto il romanzo. Gli aspetti più weird, se non proprio splatter, non sono eccessivi, ma non mancano certo, e non sono gli aspetti che a me piacciono di più, anzi li preferirei molto più attenuati.

Come sempre lo stile di scrittura non brilla per coerenza, con il Punto di Vista (PoV) che saltella un po' e un'ampia presenza del Narratore Onnisciente, che è quasi inevitabile data l'irrazionalità di base del mondo in cui si svolge la vicenda e che quindi necessita di numerose spiegazioni. La narrazione passa quindi da momenti di frenesia di azione non sempre ben giustificata a pause di chiarificazione dei diversi antefatti. Il classico Swanwick già letto altre volte.
Questa iniziativa di un editore esordiente, conosciuto per molte altre attività, è sicuramente una bella sorpresa per chi apprezza Swanwick o perlomeno per chi trova piacevole una narrazione al limite del Bizzarro. In ogni caso un'iniziativa che porta in edizione italiana un'opera che altrimenti non ci sarebbe mai stata, e che, insieme ad altre recenti iniziative di piccoli o piccolissimi editori, smuove un po' le acque del mondo editoriale italiano del fantastico.

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