Lucius Shepard

Solitaire Station

ed DelosBooks 2006 (Barnacle Bill, the Spacer - 1992)

"...Tutto accadde molto tempo fa a Solitarie Station, oltre l'orbita di Marte, dove le navi-luce venivano montate e lanciate nel cosmo, disperdendosi in scie lunghe migliaia di chilometri.
E accadde a un uomo di nome William Stamey, altrimenti conosciuto come Barnacle Bill.
In lui c'era tanto l'uomo quanto il ragazzo, e le cose che fece, e come le fece, sono meno importanti delle ragioni che lo spinsero a farle... "

Di Lucius Shepard avevo già parlato in occasione della mia lettura di Piste di Guerra, e avevo detto che non mi era piaciuto molto, perché era un racconto in cui si capiva poco la necessità degli avvenimenti che venivano descritti. Al di là dello stile di scrittura, molto buono e scorrevole, era proprio la storia che non mi era comprensibile. Questo è un pericolo sempre presente per le narrazioni brevi, anche per i "racconti lunghi", le Novellas in inglese, che hanno molto spazio negli USA per l'abbondante presenza di riviste, ma sono quasi sconosciute in Italia, in cui la narrazione non può essere dettagliata, la descrizione dell'ambiente deve essere sommaria e lasciata alla fantasia del lettore, ben guidata da piccole finestre che il racconto deve saper dare. Anche la vicenda deve essere breve, concentrata nello spazio e nel tempo, e deve puntare quasi esclusivamente su un unico elemento di contrasto, perché difficilmente c'é la possibilità di analizzarne un secondo.
Io credo sia più difficile scrivere un buon racconto, anche un racconto lungo, rispetto ad un romanzo senza limiti di spazio, come ormai è consuetudine. I racconti che ultimamente mi siano piaciuti davvero sono estremamente pochi, anche perché ne leggo raramente. Posso ricordare Un Anno nella Città Lineare di
Paul Di Filippo e Il Trattamento D di Nancy Kress, e quasi nient'altro.
Shepard è uno specialista di racconti, o meglio non è ancora riuscito a scrivere un romanzo pubblicabile, perché l'estensione a romanzo di Piste di Guerra non ha avuto molto successo. Evidentemente si trova meglio con la forma breve, anche se non sempre i risultati sono altissimi, e si scontrano con la mia difficoltà ad apprezzarli proprio per la loro necessaria concisione. Questo Solitaire Station è probabilmente il suo risultato migliore, almeno al momento. Vincitore di molti premi, tra cui l'Hugo e il Nebula, si legge indubbiamente molto bene, ma secondo me non sfugge ai difetti intrinseci che ogni romanzo breve rischia di avere. Incominciamo dai personaggi. Shepard riesce a rendere credibili e ben descritti almeno 3 o 4 dei personaggi principali, e questo è un risultato veramente notevole, ma ovviamente non può caratterizzarli completamente, e se quindi Bill può essere facilmente comprensibile nelle sue ossessioni derivanti dal suo defict intellettivo e all'ambiente sociale in cui si trova, è proprio il personaggio principale, John, il narratore che risulta caratterizzato meno bene. Forse alla fine è più facile capirlo, ma leggendo dall'inizio è difficile giustificare la sua durezza di comportamento, pur essendo un alto ufficiale della Sicurezza, la sua confidenza nella violenza da tipico eroe Hard Boiled appare abbastanza gratuita. Bisogna entrare molto profondamente nella vicenda per avere qualche accenno di giustificazione, ma all'inizio si è abbastanza sbilanciati e la considerazione del personaggio non è molto alta.
Il racconto però giustifica i premi, e anche se con qualche eccesso melodrammatico riesce a dar conto, attraverso brevi cenni, al degrado continuo della società umana sulla Terra, in mancanza di uno sbocco verso altri pianeti e nell'incapacità di controllare gli istinti primordiali.
Il finale, molto brusco, pecca un po' di ottimismo e di buonismo, ma non stravolge la logica generale del racconto. Tutto sommato, nei limiti autoimposti, è una buona lettura, anche se a me piacciono molto di più sviluppi maggiormente ampi.

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