J.G. Ballard

Regno a Venire

ed. Feltrinelli 2006 (Kingdom Come - 2006)

Richard Pearson, quarantaduenne pubblicitario, si reca a Brooklands, una cittadina come tante tra Londra e l'aeroporto di Heathrow, chiusa tra autostrade e strade di grande traffico. Alcune settimane prima suo padre, ex aviatore settantacinquenne, era rimasto fatalmente ferito da un cecchino in un enorme centro commerciale di Brooklands, il Metro-Centre, un complesso di magazzini, alberghi, piscine, centri sportivi con una propria televisione via cavo che trasmette pubblicità, dibattiti e partite di calcio, hockey e rugby. Sperando di capire qualcosa di più sulla tragedia, Richard incontra l'avvocato del padre e la giovane dottoressa Julia Goodwin che ha prestato le prime cure al padre dopo la sparatoria. Protetto da un'inquietante rete di omertà, il principale indiziato viene rapidamente rilasciato dai magistrati locali. Richard decide di trovare il vero colpevole. Al centro del mistero è il Metro-Centre. Questo è il tempio del consumismo più sfrenato che, a Brooklands, convive con una passione ossessiva per gli sport e un nazionalismo perverso e violento. Gli attacchi alle comunità d'immigrati sono all'ordine del giorno e gli incontri sportivi sembrano raduni politici.
Sotto l'impulso del Metro-Centre e delle sue campagne di marketing, il consumismo sembra sull'orlo di mutare in una brutta forma di fascismo suburbano. Richard si trova implicato in un piccolo gruppo di cospiratori decisi a fermare il fenomeno prima che si espanda. Ma come pubblicitario viene anche attratto dal potere del Metro-Centre e di come ha rinfrescato e ricaricato gli abitanti del sobborgo. Forse questo nuovo fascismo emerso dal consumismo è ciò di cui ha bisogno l'Inghilterra per rivitalizzarsi. La gente è annoiata dalla propria vita e ha bisogno di andare oltre il consumismo verso un mondo più vitale e drammatico. Club di tifosi marciano per le strade, sbandierando le loro bandiere e simboli, aspettando un nuovo leader che li guidi verso la terra promessa. Il leader non tarda ad arrivare e in maniera inaspettata. Richard, che si è innamorato di Julia Goodwin, viene a conoscenza della strana verità sulla morte del padre…

Avevo accennato a Ballard il mese scorso, presentando il Synthajoy di Compton, e avevo detto che era stato l'iniziatore ed il teorico della cosiddetta New Wave e dell'esplorazione dello Spazio Interno. Tutto questo avveniva negli anni 60.
Quello che presento oggi e' il Ballard moderno, con il suo ultimo romanzo. E' difficile considerare questo romanzo, e quelli che lo hanno preceduto negli ultimi anni, come Fantascienza. La realta' che descrive e' troppo simile a quella che conosciamo. Il Metro-Centre e' quanto di piu' simile sia possibile immaginare ai centri commerciali cui siamo abituati. Le persone che lo frequentano sono molto simili a quelle che incontriamo tutti i giorni, fatta salva la differenza di nazionalita' e di abitudini di base....
Eppure.... forse bastano poche variazioni che potrebbero avvenire anche domani, o forse sono gia' avvenute e non ce ne siamo ancora accorti.... e magari il nostro normalissimo centro commerciale, ai bordi di una delle nostre citta', e' gia' diventato un Metro-Centre. Certo, Ballard porta all'estremo le conseguenze di quella noia consumistica, di quella ansia di "fare qualcosa" che la comunita' isolata dei nuovi centri abitati extrametropolitani puo' facilmente sviluppare e che sono la base di questo romanzo. La tensione sociale che si viene a formare non e' del tutto una invenzione narrativa, puo' essere colta in piccola parte anche in certe nostre periferie, o in ex piccoli paesi ora diventati larghi centri abitati, in cui i centri commerciali e le partite di calcio sono quasi le uniche possibilita' di vita sociale. Ne abbiamo ormai molti esempi anche qui in Italia, dove si potrebbe pensare che le vecchie tradizioni delle citta' spesso piccole o piccolissime siano un ostacolo troppo grosso da superare. Ma non e' cosi', come puo' verificare chiunque girando per certi vecchi paesi agricoli diventati sparsi ma densi agglomerati urbani con una miriade di piccole industrie e gli inevitabili centri commerciali dove si va per vedere cosa c'e' di nuovo, per comperare qualcosa, anche se non proprio indispensabile, per fare due passi e prendere un gelato. Anche per andare al cinema o fare uno spuntino, un pranzo, una cena. Il centro commerciale sta diventando anche da noi il sostituto contemporaneamente della piazza col suo bar e della parrocchia con la sua filosofia di vita comune e condivisa.....
Forse siamo ancora lontani dagli eccessi descritti da Ballard, o forse semplicemente non si e' ancora avuta la scintilla innescante....
Sicuramente dobbiamo sperare che Ballard stia ancora scrivendo della vera fantascienza....
Anche se forse meno emotivamente coinvolgente dei suoi primi romanzi, questa nuova versione di Ballard, in cui gli i protagonisti sono gli eccessi del consumismo, dell'affollamento, insieme ai nuovi mostri tecnologici, riesce sempre a comunicare delle emozioni vere, perche' la sua analisi parte ogni volta da elementi realmente sentiti, da disagi individuali e sociali diffusi. E i suoi romanzi sono sempre molto ben scritti, scorrono facili trasmettendo le sensazioni che il loro autore intende comunicare.

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