George R.R. Martin

Il Dominio della Regina
L'Ombra della Profezia

ed. Mondadori 2006/2007 (A Feast for Crows - 2005)

Tutto sembra andare per il meglio. La guerra dei Cinque re ha finalmente raggiunto una conclusione. La Casa Lannister e i suoi alleati appaiono vincitori. Eppure, nei Sette Regni, qualcosa ancora si agita...
Dopo la morte dell'infame re Joffrey, sua madre Cersei domina su Approdo del Re come reggente. La fine di Robb Stark ha spezzato le reni ai ribelli del Nord. Quanto ai suoi fratelli e sorelle, sono dispersi nel reame come semi gettati su una terra desolata. Poche, sia pure legittime pretese al Trono di Spade - un tempo feroce oggetto delle brame di molti - si ostinano a esistere, però coloro i quali le accampano sono troppo deboli o troppo lontani perché i loro diritti vengano riconosciuti. Ma, come sempre accade nella scia di ogni scontro feroce, non trascorre molto tempo perché i superstiti, i fuorilegge, i rinnegati e gli sciacalli comincino a radunarsi, spolpando le ossa dei morti e azzannandosi gli uni con gli altri per la carne dei morenti. Ora, nei Sette Regni, mentre corvi in forma umana si raccolgono per un festino di ceneri, nuovi, temerari complotti vengono orditi e nuove, pericolose alleanze prendono forma.
In tutto questo, volti soprendenti - alcuni noti, altri imprevedibili - emergono dalla sinistra penombra delle lotte e del caos appena conclusi per affrontare le sfide a venire. È un'epoca in cui i saggi e gli ambiziosi, i traditori e i forti acquisiscono l'abilità, il potere e la magia per sopravvivere ai tempi feroci e terribili che li aspettano. È un'epoca in cui nobili e comunardi, soldati e stregoni, assassini e profeti, si alleano per mettere in gioco il loro fato... e la loro vita. Al banchetto dei corvi molti sono gli invitati, ma pochi sono gli eletti.

Fra spettrali campi di battaglia e tetre fortezze in rovina, fra città tramutate in cimiteri e terre ridotte a ossari, la spaventosa guerra dei cinque re volge ormai al termine. A dispetto della morte violenta del patriarca lord Tywin, il leone di Lannister sembra avere comunque trionfato. Dall'ombra del Trono di spade, la feroce Regina Cersei espande il proprio dominio quale reggente del piccolo Re Tommen. Spinta da una divorante sete di egemonia, Cersei è decisa a stringere in pugno il potere assoluto. La Roccia del Drago, isola fortificata del re ribelle Stannis Baratheon, è sottoposta all'attacco finale. Solo un'ultima fortezza continua a resistere alle zampate del leone: Delta delle acque, difeso dal Pesce nero, eroico guerriero della casata Tully. Ma si tratta di una resistenza tanto estrema quanto disperata. Eppure, in questa apparentemente consolidata "pace del re", nuove, inattese forze sono pronte a sferrare attacchi cruenti. Guidati dal famigerato re Occhio-di-corvo, gli uomini di ferro, pirati in cerca di una nuova egemonia, si sono lanciati all'invasione del sud-ovest del reame, costringendo Cersei e il Trono di spade ad affrontare una nuova, inattesa prova di forza. E dalle brume di una memoria lasciata troppo a lungo sepolta, un'antica, sinistra profezia potrebbe minacciare la stessa regina. Così, mentre lord decaduti e sovrani sconfitti, ambigue figure ecclesiastiche e arroganti cavalieri di ventura continuano a giocare al loro sanguinario gioco del trono, nelle plaghe più desolate del reame, l'orgogliosa donnaguerriera Brienne procede nella sua ricerca forse impossibile; oltre il mare stretto, nella città libera di Braavos, la giovane Arya Stark continua a esplorare gli arcani dell'inquietante culto del Dio dalle Mille Facce; e sui fiumi del Tridente, sferzati dalle piogge dell'inverno che incombe, lo Sterminatore di re è costretto a fare i conti non solo con alleati sempre più infidi ma anche con il nemico più temibile di tutti: la propria coscienza. Non sembra esistere una fine al banchetto dei corvi. E, forse, l'ora del destino sta per scoccare perfino per le prede più inattaccabili.

Sono passati ormai piu' di due anni da quando ho presentato per la prima volta la saga delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, un po' esasperato dalla lentezza con cui Martin prosegue nella scrittura. Allora questo quarto volume era gia' in procinto di stampa in Inghilterra, ma Mondadori ha preso tempo per la sua pubblicazione (diviso al solito in due volumi del tutto inutilmente se non per i conti della casa editrice), e io ho preso il mio tempo per leggerli. Nella sua breve postfazione, Martin ammette che la narrazione gli ha preso la mano e questo quarto volume si e' dilatato tanto da dare origine ad un quinto non previsto originariamente, di cui e' annunciata la pubblicazione in primavera in Inghilterra ed in autunno negli USA. Noi temo dovremo aspettare molto a lungo.
Tornando a questo
A Feast for Crows, non c'e' dubbio che la narrazione stia ancora mantenendo la qualita' che mi aveva fatto porre questa storia nei vertici assoluti della Fantasy moderna, una storia complessa, che si dipana lentamente scoprendo ad ogni passo degli aspetti nuovi, delle realta' dimenticate ma che premono ai confini delle terre conosciute, ma anche ai confini della consapevolezza dei personaggi estremamente reali che la popolano.
Una storia per adulti, in cui la crudezza degli avvenimenti e delle situazioni non e' mai edulcorata, dove la violenza ed il sesso sono trattati e presentati per quello che sono nella realta' che viene narrata.
Una storia, e non posso che ripetermi dalla mia precedente presentazione, in cui non esistono personaggi "predestinati", e quello che ad un certo punto puo' sembrare il centro della vicenda, destinato a definirne anche il futuro, scompare immediatamente dopo per uno dei tanti possibili accadimenti della vita, mentre personaggi gia' conosciuti, ma anonime presenze che sembrano pura tapezzeria, acquistano in modo estremamente logico e conseguenziale un ruolo predominante.
Nel frattempo gli aspetti magici e sovrannaturali aumentano e prendono spessore, mentre l'inverno incombe ed l'antico pericolo dimenticato dai piu' si fa sempre piu' vicino.
In questo volume, il cui titolo originale e' estremamente esplicativo del contenuto, viene descritto il lento assestarsi della situazione politica nei Sette Regni dopo la vittoria della casa regnante sui suoi opponenti. Vittoria che non e' ancora completa e che lascia dietro di se' ampi spazi per speranze di rivincita, invidie e tradimenti, ambizioni nascenti o vecchi rancori che cercano una soddisfazione. Tra bande di predoni, popolazioni alla fame, e strani dei che compiono miracoli, anche il carattere dei personaggi che hanno contribuito a questa situazione subisce profonde modificazioni, sotto la spinta dei sensi di colpa e della realta' sempre in movimento.
Ma un certo timore, dopo la lettura di questo volume, mi assale e mi rende perplesso. Perche' il racconto sta diventando un poco troppo lento, la descrizione delle situazioni di ogni personaggio prende sempre piu' spazio, e l'azione e' sempre piu' rara.
Ci sono ottime ragioni per questo, ovviamente, perche' dopo un periodo in cui la violenza ha dominato, in cui la forza ha determinato i rapporti personali, segue quasi naturalmente un periodo in cui i nuovi rapporti di potere devono necessariamente stabilizzarsi, e dato il gran numero di personaggi che la narrazione segue cio' comporta necessariamente molto spazio narrativo.
Ma il timore che Martin, come e' purtroppo successo a molti che hanno scritto saghe di lunghezza eccessiva, possa finire per innamorarsi troppo dell'ambiente e dei personaggi che ha creato, tanto da dimenticarsi che deve scrivere una storia che ha avuto un inizio, ma che deve avere anche una fine, e' piuttosto alto. E qualche segno di cio' e' gia' visibile in questo ultimo (per ora) volume.
Speriamo sappia evitare il pericolo e portarci ad una conclusione soddisfacente e logica, come logica e' stata la narrazione fin'ora.

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