Robert Jackson Bennett

Shorefall

Ed. Random House 2020

 

Having narrowly saved the metropolis of Tevanne from destruction, Sancia Grado and her allies have turned to their next task: sowing the seeds of a full-on magical-industrial revolution. If they succeed, the secrets behind scriving—the art of imbuing everyday objects with sentience—will be accessible to all of Tevanne's citizens, much to the displeasure of the robber-barons who've hoarded this knowledge for themselves.
But one of Sancia's enemies has embarked on a desperate gambit, an attempt to resurrect a figure straight out of legend—an immortal being known as a heirophant. Long ago, the heirophant was an ordinary man, but he's used scriving to transform himself into something closer to a god. Once awakened, he'll stop at nothing to remake the world in his...

Avevo già presentato, qualche mese dopo averlo letto, Foundryside, il primo romanzo di questa nuova trilogia di Robert Jackson Bennett, The Founders. Rimando a quel commento per qualche informazione sull'autore, e ripeto che l'avevo presentato nella rubrica delle semplici letture fatte, e quindi non in questa di consigli di lettura, semplicemente perché avevo lasciato passare troppo tempo dalla sua lettura, dimenticandolo nella lista dei romanzi di cui parlare, e quando me ne sono accorto ho deciso di parlarne nella rubrica che non ha una scadenza fissa mensile, con molti mesi di consigli normalmente già pronti, in modo da recuperare il ritardo accumulato. Ma era un romanzo decisamente consigliato.
Come consigliato è questo suo seguito, che trova posto nella rubrica che gli si addice.
Normalmente il secondo romanzo di una trilogia è il più debole dei tre, per alcune ragioni banali: non è quello in cui viene presentata l'ambientazione, che normalmente deve essere una sorpresa per il lettore, e i vari personaggi con i loro conflitti, che è compito del primo. Il terzo contiene la conclusione della vicenda, la soluzione di tutti i conflitti, in un senso o in un altro. Il secondo è normalmente qualcosa che cerca di portare in modo coerente dal primo al terzo, senza novità eclatanti e senza sorprese di trama.
Questo Shorefall ricade abbastanza in questa definizione in quanto non ci sono novità eclatanti, a parte l'esplicazione del conflitto presentato in conclusione del primo romanzo. Ora si sa chi è l'avversario vero e cosa vuole ottenere, ma tutto il resto è quello che si sapeva dal primo romanzo, personaggi ed ambientazione.
Solo che Bennett ha scritto un romanzo di azione totale, senza praticamente un attimo di respiro. I personaggi che conosciamo bene da Foundryside sono qui impegnati in una guerra continua contro un avversario che sembra essere sempre un passo avanti.
È una lettura davvero intensa, che è decisamente fuori dal normale per i "secondi romanzi" di una trilogia, ma che supera per intensità di azione anche il primo.
Ovviamente per ottenere tutti questi risultati Bennett deve sviluppare la particolare "magia" dello scripting al limite del ragionevole
, arrivando un poco al limite, o oltre, del credibile, e se l'ignorare una gran parte delle leggi fisiche (per prima la conservazione dell'energia) sicuramente aiuta, si trova ora sull'orlo di un possibile precipizio.
Il romanzo si conclude con quella che è la sconfitta inevitabile, ma con possibilità di riscatto, forse... può darsi... E il mio dubbio che Bennett sappia gestire al meglio il finale.
Lo spero davvero, perché fino a questo punto questa storia mi è piaciuta molto.

 

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