Annalee Newitz

Autonomous

Ed. Tom Doherty Associates 2017

 

Earth, 2144. Jack is an anti-patent scientist turned drug pirate, traversing the world in a submarine as a pharmaceutical Robin Hood, fabricating cheap scrips for poor people who can't otherwise afford them. But her latest drug hack has left a trail of lethal overdoses as people become addicted to their work, doing repetitive tasks until they become unsafe or insane.
Hot on her trail, an unlikely pair: Eliasz, a brooding military agent, and his robotic partner, Paladin. As they race to stop information about the sinister origins of Jack's drug from getting out, they begin to form an uncommonly close bond that neither of them fully understand.
And underlying it all is one fundamental question: Is freedom possible in a culture where everything, even people, can be owned?

Ho letto questo romanzo perché era tra i finalisti del Premio Nebula 2018, nonostante la presenza su Goodreads di un numero non piccolo di opinioni non positive, ed una valutazione media un po' bassa per un finalista al Nebula. Dopo averlo letto devo concordare con la parte delle valutazioni medie tendenti al basso. Non mi sarà facile spiegare perché questo giudizio, forse un po' controcorrente con la critica ufficiale, ma cercherò di fare il mio meglio, anche se sarò costretto ad un minimo di spoiling.
Annalee Newitz è la compagna di vita di Charlie Jane Anders del cui All the Birds in the Sky, premio Nebula 2017 e finalista all'Hugo nell stesso anno, ho parlato di recente, e con cui ha condiviso la direzione di un famoso blog di letteratura fantascientifica. Anche in questo caso si tratta del primo romanzo, anzi quasi la prima opera di narrativa, preceduto solo da un paio di racconti. La reciproca influenza è abbastanza evidente, anche se con diversi stili narrativi ma in entrambi i casi con non pochi difetti.
Il mondo in cui si svolge la vicenda non è illustrato con completezza, anzi, se ne colgono solo sprazzi senza particolari spiegazioni del perché e percome si ci sia arrivati. Una Terra profondamente modificata, sia geograficamente che socialmente, dal riscaldamento globale, ma di cui si verrà a conoscere molto poco, dominata da potenze politico-economiche lasciate in un chiaroscuro di detto e non detto. Una zona artica liberata dai ghiacci diventata un insieme di isole che costituiscono una zona in cui la violazione dei brevetti di droghe e/o farmaci, industria su cui praticamente si basa l'intera economia mondiale, è sostanzialmente tollerata e a volte favorita. In questo mondo si muove Judith "Jack" Chan, una biologa che ha combattuto per la liberalizzazione dei brevetti ed è poi diventata una "pirata" farmaceutica, facendo produrre e distribuendo a basso prezzo i farmaci a chi non se li può permettere. Per finanziare questa attività retroingegnerizza e poi riproduce violandone il brevetto anche delle droghe, di per se stesse del tutto legali, per stimolare l'attenzione ed aumentare la produttività sul lavoro, droghe da cui le industrie ricavano il massimo del guadagno. La storia incomincia quando Jack scopre che il suo ultimo prodotto piratato ancora prima che l'originale sia immesso ufficialmente sul mercato, ma già abbondantemente diffuso in versione di test e fortemente richiesto, ha pericolosi effetti secondari che portano a situazioni disastrose, oltre che alla morte di chi lo assume. Jack cerca allora di capire la causa di questo effetto e di trovare una possibile cura, sfruttando tutte le sue conoscenze nel settore biologico, ma intanto l'associazione delle industrie farmaceutiche (che opera non si capisce bene dove e con che autorità) incaricano un agente esperto accompagnato da un "bot" ancora in addestramento di trovarla ed eliminarla.
La storia si sviluppa quindi seguendo queste due distinte linee: Jack che cerca di trovare una soluzione al problema che ha causato, e magari punire in un qualche modo l'azienda responsabile, cercando anche di sfuggire alla caccia che le viene data, e la vicenda di Eliasz e Paladin, l'agente e il robot che cercano di eliminare Jack.
La storia di Jack è decisamente la più interessante, perché permette di capire meglio il tipo di società che si è stabilizzata dopo la crisi ambientale e sotto il controllo delle multinazionali farmaceutiche, ha un livello di azione piuttosto alto, con personaggi abbastanza complessi e interessanti, anche se la comprensione della società è un po' troppo limitata, e i personaggi coinvolti non sono sempre completamente credibili, con molte ingenuità nei comportamenti e nella logica della vicenda.
La parte dedicata a Eliasz e Paladin, al di là di troppe leggerezze tecniche e una sostanziale difficoltà nel descrivere correttamente le scene di azione, è dominata dalla storia sentimentale tra i due. Questo elemento abbastanza nuovo, ma con ampie radici nel passato, di un rapporto sentimentale tra un umano e un robot o una Intelligenza Artificiale di qualche genere sta diventando proprio di moda. L'avevamo trovata in The Long Way to a Small Angry Planet, ritrovata in Central Station e ora qui, in modi e situazioni molto diverse, ma secondo me con un aspetto comune: la pessima capacità di gestire una situazione ancora al di fuori della nostra esperienza e con molti aspetti al momento del tutto innaturali, che richiederebbero, secondo la mia opinione, una sensibilità e una capacità narrativa che questi autori non hanno ancora saputo dimostrare. In questo caso uno degli aspetti principali, e l'unico davvero interessante, è lo scontro tra una spiccata omofobia da parte di Eliasz, che accetta il rapporto solo quando può considerare Paladin con un aspetto femminile, e l'assoluta indifferenza di genere da parte del robot.
Il finale è ragionevolmente scontato ma accettabile, e il romanzo tutto sommato è leggibile, anche se faccio davvero fatica a considerarlo un finalista al Nebula.
Credo che la notorietà in rete dell'autrice e il traino del successo precedente, molto fugace tra l'altro, del romanzo della sua compagna abbiano svolto un ruolo non proprio secondario.

 

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