Stephen Baxter

Infinito

ed. Nord 1998 (Timelike Infinity - 1992)

Michael Poole lavora da tempo a uno straordinario progetto, perfezionando la tecnologia necessaria per realizzarlo: un "wormhole", un corridoio spaziotemporale che unisce presente, passato e futuro, attraverso due portali a forma di tetraedro. Proseguendo le sue ricerche in una stazione oltre la Nube di Oort, Poole non può sapere però che nel futuro, a 1500 anni di distanza, un gruppo di ribelli - gli Amici di Wigner - ha usato il tunnel per fuggire a ritroso del tempo da un universo dominato da misteriose entità aliene, i Qax. E non può sapere neppure che gli Amici, giunti a bordo di una inconcepibile astronave, vogliono trascinare i loro antenti in una folle e rischiosa avventura per sfuggire ai Qax, i quali già si preparano a inseguire i ribelli e a stroncare la rivolta prima ancora che abbia inizio, servendosi della tecnologia dell'ancor più misteriosa razza degli Xeelee.
Ma c'è un altro pericolo in agguato: gli Amici infatti sono in grado di manipolare lo spaziotempo in maniera assai più radicale di quanto Poole riesca ad immaginare, e sono già passati alla prima fase di un piano segreto, disseminando buchi neri tutt'attorno al pianeta Giove.

La pratica scomparsa della Fantascienza dai cataloghi degli editori italiani, con qualche minimissima eccezione, mi porta anche per questo mese a scavare negli scaffali delle mie librerie, alla ricerca di qualche cosa che possa essere consigliato con onestà, perchè lo ritengo veramente un libro che merita di essere letto.
Ho scelto questo romanzo di
Stephen Baxter, che è un buon esempio di quella hard SF di matrice inglese che ha dato un forte scossone positivo al genere con diversi autori, tra cui appunto Baxter.
Devo dire che Baxter non ha avuto un grande successo presso gli editori italiani, perchè veramente pochi dei suoi romanzi sono stati tradotti nella nostra lingua. La Nord ha pubblicato solo due dei quattro romanzi della serie degli Xeelee, lasciando quindi molti dubbi sullo sviluppo di quella che è probabilmente l'idea migliore di Baxter. Poco di altro è apparso in Italia, a parte i due romanzi scritti "insieme" ad Arthur Clarke, che in età molto avanzata ha concesso il suo nome a diversi autori che volevano sviluppare delle sue idee.
Tornando a questo
Infinito, che è il secondo romanzo scritto da Baxter, sono facilmente riconoscibili alcuni stereotipi della SF classica, quella degli anni 40, rivisti alla luce della fisica moderna. Baxter, almeno all'inizio della sua carriera, non è un descrittore di emozioni, non dipinge personaggi complessi, ma descrive dettagliatamente teorie cosmogoniche, struttura storie in cui gli intrecci temporali sono al limite del paradosso, e spesso oltre. Arriva a proporre la possibilità di pilotare l'esistenza, alla fine del tempo, di un osservatore finale, la cui azione sullo stato quantistico dell'universo si riperquoterà all'indietro determinando il proprio passato e tutta la storia umana.
E' possibile che dopo alcune esibizioni del genere, in cui praticamente tutto è stato detto, Baxter sia rimasto un po' a corto di idee. Non avendo letto le sue opere successive, a parte
Ring, che si posiziona nello stesso universo, ed ha ancora degli aspetti innovativi, non so se questa è la ragione della loro mancata pubblicazione in Italia.
Rimane il fatto che questo
Infinito tiene testa autorevolmente alle fantasie di Campbell, e all'intera SF scientifica di allora, con uno stile molto simile, in cui le persone sono esclusivamente strumenti dello sviluppo scientifico.
Per il poco che ho potuto conoscere, l'idea della razza superiore, che si estranea dai rapporti comuni, ma è sempre presente con le proprie capacità tecnologiche quasi incomprensibili, i cui scarti sono passi avanti preziosi per le razze giovani, è molto accattivante e foriera di sviluppi quasi infiniti. Analogie se ne possono trovare a iosa, dagli
Heechee di Pohl (e l'assonanza del nome non deve essere casuale) ai Progenitori di Brin nell'Uplift Saga, ma non si può negare che gli Xeelee hanno una loro originalità. Anche le estrapolazioni scientifiche che Baxer fa con abbondanza hanno una loro logica, anche se spesso il linguaggio deve diventare confuso per evitare di arrotolarsi su sè stesso.
Come ho già detto, i personaggi non sono l'interesse principale di Baxer, e quindi non ci si deve attendere particolari introspezioni psicologiche, nè analisi emotive degli stati di stress estremo cui i principali interpreti della storia sono sottoposti, a parte solo delle osservazioni non banali sulle conseguenze del Trattamento Anti Senilità che riesce a prolungare estremamente la durata della vita umana. Ma nonostante queste debolezze, rimane un romanzo degno di una lettura non frettolosa, perchè, sempre nei limiti della hard SF, lo merita sicuramente.

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