Samuel R. Delany

Babel 17

ed. La Tribuna 1971 (Babel 17-1966)

Per i lettori che certo ricorderanno la prima opera di Delany presentata da Galassia in Italia, La Ballata di Beta-2, questo romanzo costituirà una gradita sorpresa. Nel caso di Beta-2 si era accennato alle particolari strutture avventurose che costituivano alcune delle caratteristiche più tipiche di questo giovane scrittore americano, fra l'altro il primo scrittore negro di fantascienza. E per Babel-17 il discorso può allargarsi e scendere in profondità, perché ora ci troviamo di fronte ad un'opera che supera senza indecisioni alcune riserve ancora presenti nel romanzo precedente.
Babel-17 è il punto focale intorno al quale ruotano tutti i personaggi e le vicende del romanzo, ma cosa è Babel-17? Si tratta di una lingua, di un misterioso idioma che fà la sua comparsa in un delicato momento della guerra cosmica combattuta fra l'Alleanza terrestre e gli Invasori. Ma quel che più conta, e che più interessa la poetessa Rydra Wong, incaricata dall'Alleanza di scoprire il significato di questa lingua, è che non si tratta semplicemente di una nuova concatenazione semantica, ma di un vero e proprio nuovo modo di pensare, di un punto di partenza per un pericoloso viaggio nelle più remote oscurità dell'inconscio umano e dello spazio cosmico.

Nelle librerie italiane è scomparsa la fantascienza, a parte i soliti Asimov e Dick e con qualche sporadica apparizione di Bradbury, ma si tratta sempre di ristampe di ristampe. La fantascienza moderna è del tutto sconosciuta in Italia, a parte quello che pubblica Urania, con tutte le conseguenze di cui ho parlato nei mesi scorsi. Inoltre, essendo Urania un periodico da edicola, i volumetti precedenti sono introvabili, se non sulle bancarelle dell'usato. Per quanto riguarda il Fantasy si è ormai diffuso il concetto che sia pseudo letteratura per ragazzini con scarse capacità di selezione e gusti molto facili e "alla moda", per cui, a parte pochissime eccezioni, si trovano solo vampiri ed angeli in tutte le salse possibili più qualche ennesima copia del Signore degli Anelli, il più delle volte scritti da esordienti che spesso sono appena usciti dalla scuola media, con ovvio risultato sulla maturità della storia. La totale mancanza di editing professionale garantisce poi anche un bassissimo livello narrativo. E' quello che ormai si è meritato il titolo di fantatrash, e che impazza nelle librerie, togliendo spazio ed opportunità di pubblicazione ad opere di ben altro livello, di cui è invece pieno il mondo.
Per questo mi riesce sempre più difficile raccomandare la lettura di un romanzo
SF o Fantasy di recente pubblicazione. Poichè Urania risulta estremamente inaffidabile, e oltretutto non sempre pubblica romanzi di qualità o per lo meno accettabili, sono ormai costretto a dover ripiegare su vecchie pubblicazioni che stazionano negli scaffali alti delle mie librerie, e temo che questo diverrà ormai una abitudine.
Per riproporre romanzi la cui ultima lettura risale a diversi decenni fa, devo inevitabilmente rileggerli, e questo rallenta un poco l'operazione. Per questo mese la mia scelta è caduta su un romanzo di
Samuel Delany, forse il primo tra quelli che gli ha dato la fama che ha avuto. Come avevo già accennato nella presentazione di un romanzo di Roger Zelazny, Delany, Zelazny e Ellison hanno introdotto un brusco cambiamento nel mondo della SF, spostandola verso una decisa maggiore qualità narrativa e, ognuno nel suo modo proprio, introducendo elementi diversi e fortemente innovativi.
Delany, in molti dei suoi romanzi, pone particolare attenzione alla percezione della realtà e agli elementi che la possono condizionare. In Babel 17 esamina la possibilità che il linguaggio sia un fattore fortemente condizionante la percezione del reale e, se opportunamente costruito, possa indurre a particolari comportamenti. La storia che viene raccontata è però una classica storia di fantascienza, anche se si possono facilmente cogliere dei capovolgimenti di molti degli stereotipi più tradizionali della space opera, in cui quello che poteva sembrare un semplice codice segreto di comunicazione per gestire delle operazioni di sabotaggio nella guerra in atto tra due fazioni dell'umanità si rivela invece un vero e proprio linguaggio che può diventare un'arma distruttiva. Le dimensioni classiche del romanzo dell'epoca, anche se senza passare attraverso la pubblicazione a puntate su rivista, condiziona in ogni caso la possibilità di sviluppare completamente le tante idee che Delany usa per costruire lo scenario di fondo della vicenda, e che non sono state nemmeno utilizzate per delle continuazioni, dato che, a parte il romanzo breve Stella Imperiale, che sperava potesse essere pubblicato in abbinamento con Babel 17, Delany non riutilizza più questo scenario. L'abbinamento di Stella Imperiale con Babel 17 avverrà solo molti anni dopo la loro pubblicazione originale in una apposita ristampa. Nonostante le dimensioni piuttosto ridotte del romanzo, secondo gli standard attuali, i personaggi principali sono descritti in modo mirabile, anche i più strani di loro, mentre invece a me sembra che il tentativo di mostrare gli effetti di un linguaggio estremamente conciso e che provoca una percezione allargata della realtà non sia pienamente riuscito. Io sono del tutto ignorante delle problematiche linguistiche e semantiche, ma ho in ogni caso l'impressione che Delany abbia probabilmente preteso un po' troppo. Si capisce però molto bene cosa vorrebbe dire, e quindi le vicende dei vari personaggi, l'effetto su di loro del nuovo linguaggio che sono costretti ad usare, sono perfettamente comprensibili, e la vicenda si conclude logicamente e con soddisfazione del lettore.
Con
Babel 17 Delany ha saputo costruire un mondo futuro problematico e ben congegnato, con personaggi pittoreschi ed estremamente realistici anche nella loro disumanità, una storia che unisce space opera e mistero, con una larga e dominante parte dedicata a capire il condizionamento dell'attività umana derivante dal linguaggio usato. Il tutto in meno di 200 paginette, lasciando ovviamente al lettore il compito di riempire i diversi vuoti con la sua immaginazione.
Un romanzo che merita assolutamente di essere letto, se riuscite a trovarlo.

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